Londra è la terza megliore città al mondo per gli studenti universitari

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AEMORGAN

Londra è la terza migliore città al mondo per gli studenti universitari: è quanto risulta da una nuova classifica, la 2017 Students Cities Table, pubblicata dagli analisti di QS Quacquarelli Symonds.

Come riporta il Telegraph, la capitale londinese – nonostante la concorrenza di molte città australiane o dell’Asia orientale – si posiziona terza, preceduta solo da Montreal in Canada, che si è aggiudicata il primo posto, e da Parigi, in seconda posizione.

La classifica ha preso in considerazione 125 città e le ha classificate secondo cinque categorie – costo della vita, prestigio delle università, attività imprenditoriali, multiculturalità degli studenti e desiderabilità. Il Regno Unito, nonostante la Brexit, mantiene saldamente la sua posizione di favorita dagli studenti internazionali, tanto che sono diverse le città britanniche a posizionarsi nella top 50.

Dopo Londra al 3° posto, troviamo Edimburgo al 18°, Manchester al 23°, Glasgow al 34°, Coventry al 39° e Nottingham al 43°. Subito dopo il 50° posto, si è posizionata anche Birmingham (55esima) e Newcastle, alla 56° posizione.

“Una delle ragioni principali per cui Londra è arrivata al 3° posto è dovuta all’abbassamento del valore della sterlina nei confronti del dollaro che ha permesso alla città di avere così un punteggio più alto per quanto riguarda il minor costo della vita”, si spiega a margine della classifica.

Inoltre, Londra rimane una delle città più multietniche al mondo, posizionandosi 10° in questa categoria, e una delle capitali con molte università considerate tra le migliori a livello internazionale. “Solo Tokyo e Seoul superano Londra per le attività imprenditoriali: questo significa che la qualità delle università che Londra offre assicurano alla città che questa rimanga un luogo appetibile per tutti i datori di lavoro e gli imprenditori”, si aggiunge nelle motivazioni relativa al 3° posto complessivo di Londra nella classifica.

Gli studenti internazionali portano all’economia britannica circa 7 miliardi all’anno e il 40% dei dottorandi sono studenti internazionali, permettendo un ampio sviluppo della ricerca, soprattutto in campi come la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica.