UK dice addio a Erasmus? Galles e (forse) Scozia se lo riprendono

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AEMORGAN

Uno degli effetti collaterali della Brexit -ideologico e fortemente voluto dal governo Johnson- è l’uscita dal Programma europeo Eramsus di scambio studentesco; ma dal Galles non ci stanno, e lanciano uno schema equivalente per riconnettersi al resto d’Europa, mentre pressioni simili potrebbero presto spingere anche la Scozia a fare altrettanto.

Acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students, l’Erasmus+ è un programma di mobilità studentesca UE che, negli ultimi 30 anni, ha consentito a milioni di ragazzi di tutta Europa di fare un’esperienza di studio oltre confine. Durante i negoziati per l’uscita dall’Unione, tuttavia, il Regno Unito ha scelto di rinunciarvi, fondando un nuovo schema ispirato al matematico Alan Turing.

Il programma inglese tuttavia è stato fortemente criticato dentro e fuori i confini nazionali, per una serie di falle che lo rendono molto meno appetibile. A fronte di un allargamento dell’orizzonte geografico anche fuori dall’Europa, infatti, il Turing Scheme non copre le tasse universitarie del paese ospitante e ciò, secondo l’Unione Nazionale degli Studenti UK, rischia di “danneggiare una generazione di studenti” privando i più svantaggiati della possibilità di studiare all’estero. Inoltre, non è bilaterale, perché vale a senso unico per gli studenti UK verso l’estero, e non per gli studenti stranieri verso UK (il che, se fossimo polemici, diremmo che sussume un po’ tutto lo spirito della Brexit; per fortuna che non lo siamo).

Inoltre, e questa è la falla più contestata, esclude i membri dello staff universitario e i giovani lavoratori. Insomma, spiegano gli esperti, riesce a fare strame di tutti i benefìci del programma Erasmus+ senza introdurre alcun vantaggio concreto.

Dopo l’annuncio del Turing Scheme, la Scozia aveva tentato di fare pressioni sulla UE per mantenere aperto il programma Erasmus+ almeno per loro, ma purtroppo gli accordi presi non prevedono questa possibilità. Ed ecco perché il Galles ha deciso di fare di testa propria, investendo 65 milioni di Sterline in un ulteriore schema di scambi accademici internazionali che “colmi tutte le lacune” del Turing; a cominciare dalle tasse universitarie, le agevolazioni e le borse di studio.

“Siamo sempre stati dell’idea che i programmi internazionali di scambio, che portano tanti benefìci ai partecipanti, così come agli atenei e alla comunità in generale, dovrebbero partire dalle eccellenti opportunità che offriva l’Erasmus,” ha dichiarato il ministro dell’istruzione gallese. Lo dobbiamo alle future generazioni di studenti e discenti, così che possano avere le medesime opportunità.”

Fonti governative fanno sapere che lo schema gallese è considerato un investimento strutturale (cioè resterà in essere per molti anni a venire, mentre il Turing per ora si limita all’anno accademico 2021-22) ma soprattutto manterrà la reciprocità:

“Colmeremo le lacune lasciate dal Turing, incluso il cruciale impegno ad un investimento a lungo termine, il mantenimento del principio della bilateralità e l’inclusione del lavoro giovanile.”

In seguito alla formalizzazione dell’annuncio, anche in Scozia i movimenti europeisti chiedono al governo di “seguire l’esempio del Galles” e porre fine a quello che è stato definito senza mezzi termini “un atto di vandalismo culturale.”