Bob Dylan ci stupisce ancora una volta, ancora di più. Noto a livello internazionale come cantante e cantautore, da poco Dylan è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura, ma pochi sanno che una delle sue grandi passioni è anche la pittura ed in questi giorni è proprio Londra ad ospitare una sua strepitosa mostra.
Inaugurata sabato 5 novembre alla Halcyon Gallery, la mostra dal titolo “The Beaten Path” rimarrà aperta al pubblico fino all’11 dicembre con una raccolta di 200 opere tra acrilici, disegni e acquerelli dipinti dal cantautore tutti incentrati sui paesaggi americani e la cultura degli Stati Uniti.
Il cantante 75enne, attraverso le sue opere, ripercorre i suoi lunghi viaggi per le strade americane donando agli spettatori scorci di piccole città, periferie, ponti sospesi, ferrovie e motel dismessi, insomma tutte quelle realtà degli Stati Uniti spesso dimenticate perché inghiottite dal classico stereotipo della metropoli ipertecnologica e in continuo mutamento. In un recente articolo scritto di suo pugno per “Vanity Fair” è lo stesso Dylan a confessare le sue ispirazioni e il significato dei dipinti:
“Per questa serie di quadri l’idea era di creare immagini che non potessero essere interpretate male o non comprese da me o da chiunque altro. Questi dipinti sono pieni del realismo del momento arcaico, immobile, ma all’apparenza tremante. Sono in contraddizione con il mondo moderno“.
L’intenzione dell’artista è, quindi, quella di rappresentare il paesaggio americano per quello che è realmente, regalando a chi ammira le sue opere le sensazioni che lui stesso ha provato nel momento in cui ha visto dal vivo quegli scenari:
“L’idea è stata quella di rappresentare la realtà e le sue immagini senza idealizzarle, la mia idea è stata di comporre lavori capaci di creare stabilità, concentrandomi su oggetti generalizzati, universali, e facilmente identificabili, in modo da rappresentare scene di vita e di vita inanimata per se stesse“.
Paul Green, direttore della Halcyon Gallery, è ovviamente entusiasta della mostra che ha l’onore di ospitare e adesso spera in una visita dell’artista, magari in occasione del suo viaggio a Stoccolma per la consegna del Nobel il prossimo 10 dicembre:
“La mostra è una visione davvero personale: si vedono New York, gli stand degli hot-dog, i motel, non si è sicuri se siano abbandonati oppure no. Il processo per lui è prima disegnare e poi tornare in studio e ridisegnare ancora, ma fa anche acquarelli e dipinti. […] Ovviamente potrebbe venire a visionare l’esposizione in qualsiasi momento. Ancora non sappiamo se verrà o meno ma ci auguriamo di sì. Già è stato coinvolto in ogni aspetto della mostra”.