Una foresta di 400 alberi nascerà nel cortile di Somerset House questa estate!

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AEMORGAN

Chi ha letto il Macbeth di Shakespeare ricorderà come l’usurpatore omicida sia preoccupato a causa della profezia che ne annuncia la sconfitta in battaglia nel momento in cui “la foresta di Birnam non muova verso Dunsinane”.

Nonostante i secoli trascorsi da quando il Bardo scriveva i suoi versi, anche oggi è praticamente impossibile vedere camminare degli alberi, ma l’installazione artistica Forest for Change, che farà parte della prossima London Design Biennale, potrebbe in qualche modo vincere la nostra incredulità.

Il progetto, ovviamente legato al tema sempre più emergente e pressante della lotta al cambiamento climatico, porterà 400 alberi nel cortile della Somerset House durante l’edizione del festival di Londra, andando così a occupare l’iconico spazio con una foresta temporanea, che potrà essere visitata dal 1 al 27 giugno.

Questo bosco sarà composto da 23 specie di alberi che si trovano con facilità nel Regno Unito e nel Nord Europa, andando a costituire un’entusiasmante e suggestiva collisione tra l’espressione artistica e il mondo naturale.

Merito di una delle artiste più apprezzate dei nostri tempi Es Devlin, non a caso Direttrice Artistica della Biennale di quest’anno, molto nota nel settore per le proprie creazioni al tempo stesso ieratiche e lontane da ogni aspettativa e convenzione: i precetti dell’Illuminismo in campo architettonico, infatti, hanno sempre costituito un tabù contro la posa di alberi nel cortile della Somerset House.

A parte la meraviglia e l’incanto, l’obiettivo di Forest for Change è anche quello di ispirare consapevolezza e richiesta di interventi concreti al fine di avvicinarsi agli obiettivi delle Nazioni Unite nella lotta alla povertà e diseguaglianza, oltre ovviamente al cambiamento climatico.

Una volta raggiunto il cuore della foresta, infatti, si troverà un’installazione che esprimerà proprio questi desideri. All’interno campeggerà il The Global Goals Pavilion, che spiega con maggiore chiarezza quelli che sono i Global Goals delle Nazioni Unite.

Ad assistere Devlin nella sua creazione anche Philp Jaffa, famoso designer di paesaggi e Scotscape, gruppo di specialisti dell’inverdimento urbano. Forest for Change è coerentemente in linea con quelli che sono i temi di quest’anno della London Design Biennale: “intrattenere, informare e incoraggiare l’azione”, come ha affermato il presidente Sir John Sorrell.

Il tema del festival, che vedrà partecipare artisti da Paesi come il Canada, l’India, il Venezuela, Hong Kong e persino l’Antarctica, è quello della risonanza, legato alla domanda esplicita posta da Devlin: “Come può il mondo del design fornire soluzioni alle sfide più grandi dei nostri tempi?