Soundscape: la mostra multisensoriale è in scena a Londra

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AEMORGAN

Avete mai pensato guardando un quadro in una mostra o all’interno della galleria di un museo, che questo vi suggerisse un’armonia musicale?

Ebbene, questa è l’iniziativa che il National Gallery ha intitolato come “Soundscape”, un progetto basato sulla potenza evocativa dell’arte, capace di stimolare non soltanto la dimensione percettiva della vista, ma anche forme di creatività, in questo caso quella musicale, ponendo le sue fondamenta nel concetto di sinestesia.

Il progetto, in scena dall’8 luglio e che ha come motto “Hear the painting, See the sound”, continuerà fino al 6 settembre ed ha come obiettivo quello di proporre al visitatore una nuova modalità di lettura dei quadri della collezione permanente, riportandoli attraverso la musicalità del suono, ed inducendo i visitatori ad approcciarsi all’arte in maniera plurisensoriale.

Per realizzare quest’iniziativa è stato dunque chiesto ad un gruppo di musicisti e sound artist, appartenenti a stili musicali differenti, di scegliere un’opera del museo sulla quale avrebbero dovuto comporre un brano che ne restituisse le sensazioni, le atmosfere, i timbri e la sensibilità: è così che quadri barocchi, fiamminghi, rinascimentali e romantici sono stati fusi con brani di musica classica, elettronica, atmosfere metropolitane e suoni naturali, trasformando il gap tra epoche e stili diversi in una possibile sinestesia tra vista ed udito.

Tra gli artisti che hanno partecipato all’iniziativa troviamo Nico Muhly, famoso compositore di musica da camera, per opera e balletto, la cui musica è stata ispirata da “The Wilton Diptych”, una pala d’altare portatile utilizzata per il culto privato di Riccardo III risalente alla fine del 1300 e Susan Philipsz, sound artist premiata col Turner Prize grazie alle sue opere che indagano il rapporto tra architettura e suono, la quale si è ispirata al dipinto “Gli ambasciatori” di Hans Holbein il Giovane, risalente al 1533.

C’è inoltre anche Jamie Smith, meglio noto con il nome d’arte di Jamie xx, che oltre ad essere il più richiesto e discusso giovane DJ e produttore inglese di musica elettronica, è anche famoso per aver vinto il Mercury Music Prize con la sua band The xx, vantando produzioni anche per Alicia Keys e Drake, il cui soundscape è inspirato all’opera “Coastal Scene” di Théo van Rysselberghe risalente al 1892.

Se anche voi volete immergervi questo diverso approccio all’arte non vi resta che sperimentare in prima persona! Trovate tutte le info a questo link. Molti lo hanno definito come un “servilismo culturale” e una “perdita di ogni brandello di dignità”; non mi resta che dire: giudicate con i vostri occhi, o meglio orecchi. Entrambi insomma.