Un’incredibile scultura di nebbia approda alla “Tate Modern”

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AEMORGAN

La Tate Modern di Londra inaugura la primavera con un progetto nuovissimo ed innovativo denominato “Ten Days, Six Nights“. Il titolo non è casuale in quanto si tratta di una serie di eventi che si susseguiranno per dieci giorni, dal 24 marzo al 2 aprile, e che punteranno su installazioni, performance e video in un misto di musica ed odori.

Questa prima edizione della mostra, che fa parte del programma “BMW Tate Live”, ha l’obiettivo di sponsorizzare un nuovo concetto di arte concepita da un punto di vista emozionale e partecipativo, in cui il pubblico avrà l’opportunità di sentirsi coinvolto soprattutto a livello fisico entrando in contatto diretto con le opere.

Una delle parti più affascinanti dell’esposizione è sicuramente l’emozionante “Scultura di nebbia” creata dalla 83enne Fujiko Nakaya. Negli anni Settanta l’artista giapponese venne alla ribalta partecipando alla straordinaria esperienza del movimento E.A.T, Experiments in Art and Technology, che aveva l’obiettivo di coniugare arte e tecnologia. Da quel momento in poi la Nakaya ha ideato più di cinquanta sculture di nebbia, regalando ai suoi spettatori emozioni indimenticabili così come lei stessa racconta:

La gente ama la sensazione delle nebbia sulla sua pelle, è umida e fredda, ma anche dolce e rilassante. È un’esperienza primaria“.

La particolare scultura sarà istallata sulla terrazza esterna della galleria utilizzando un insieme di vapori acquei: i visitatori potranno passeggiare attraverso la nebbia fittissima avendo la sensazione di toccarla e respirarla. L’atmosfera è inevitabilmente tetra e resa ancora più cupa da un musica inquietante di sottofondo.

Un’esperienza, insomma, da non perdere sia per gli appassionati di arte contemporanea che per i semplici curiosi affascinati dall’idea di provare emozioni inconsuete. La mostra sarà gratuita durante il giorno, mentre per quanto riguarda gli orari serali sarà necessario l’acquisto di un biglietto prenotabile anche sul sito online del museo.

Nell’arco dei dieci giorni si avrà, così, modo di vivere l’arte in maniera davvero innovativa e coinvolgente, così come la curatrice delle performance della galleria Catherine Wood ha tenuto a specificare:

“La partecipazione diretta del pubblico potrebbe apparire come una prospettiva terrificante. Io stessa non vorrei mai sedermi nella parte anteriore di un teatro… ma non si tratta di quel tipo di partecipazione. Parliamo di ambiente, non si vuole riprendere qualcuno mentre fa qualcosa di specifico, si tratta di creare un ambiente che in qualche modo sia condiviso“.