Riapertura delle palestre dopo il lockdown: quando e come ci alleneremo?

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AEMORGAN

Serviva un’epidemia globale per farci scoprire che è possibile mantenersi in forma anche a casa (magari evitando di panificare e cuocere pizze, altra scoperta dovuta al Coronavirus), grazie ad allenamenti mirati e ai tantissimi tutorial che infestano il web. Ma allo stesso tempo era necessario passare attraverso il lockdown per accorgersi che tanti esercizi non possono essere eseguiti meramente con l’ausilio di un paio di sedie e con qualche manubrio rimediato fortunosamente.

Dunque ci sono milioni di londinesi e britannici che non aspettano altro che tornare in palestra. Già, ma quando è prevista l’apertura delle strutture sportive? E come si svolgeranno le lezioni e le sessioni in sala pesi?

Come si ricorderanno gli appassionati dell’allenamento, tutti i centri di fitness sono stati chiusi il 21 marzo dopo l’ordine impartito dal governo che imponeva la serrata di tutti gli esercizi non essenziali. Al momento il memorandum Our Plan to Rebuild indica la ripresa di queste attività come parte integrante della fase 3.

Riapertura palestre a Londra: tempi e modalità

Le palestre sono paragonate alle strutture dell’industria dell’intrattenimento e dell’ospitalità, quindi la loro riapertura è subordinata a una decrescita del tasso di contagio nazionale e in ogni caso non è prevista in alcun modo prima del 4 luglio.

Secondo un recente sondaggio, che sostiene quando si diceva in apertura, circa l’84% degli sportivi inglesi vorrebbe tornare in palestra, mentre il 27% di coloro che non hanno un abbonamento vorrebbero sottoscriverne uno. Tuttavia, la preoccupazione principale rimane quella relativa al distanziamento sociale, non così facile da assicurare a causa delle caratteristiche intrinseche di tali attività.

Nel frattempo i proprietari delle palestre si stanno organizzando e con l’ausilio di esperti del settore hanno cercato di anticipare il governo che non ha ancora offerto istruzioni chiare: per questo hanno deciso di stilare una proposta per quanto riguarda tutte le misure indispensabili dal punto di vista sanitario e logistico.

Per esempio ogni macchinario dovrà essere distante almeno due metri dall’altro e perimetrato da divisori, mentre la capacità massima della palestra sarà calcolata tenendo in considerazione tre metri quadrati a persona. Spogliatoi e docce potranno essere usati, ma si dovrà fare attenzione (sempre grazie all’ausilio di divisori), mentre potrebbe essere negato l’uso di asciugamani a terra o appoggiati sui macchinari.

Questo tipo di limitazioni andranno da influire pesantemente sopratutto sull’attività libera, mentre per quel che riguarda le lezioni sarà più semplice garantire distanze e sanificare gli attrezzi utilizzati tra un corso e l’altro. Ad ogni modo, non sarà possibile evitare la riduzione del numero massimo di partecipanti, che dovrà essere proporzionato alla grandezza delle stanze.

Aspettiamoci cambiamenti anche estetici nelle palestre, in quanto, secondo gli esperti potrebbero sparire circa il 50% dei macchinari per garantire le giuste distanze, oppure spazi meno utilizzati, come i campi da squash (o di altri sport), potrebbe essere riutilizzati per lo stretching.

Inutile dire che la prenotazione diventerà una pratica comune, così come la limitazione del tempo di permanenza (si parla di un’ora a sessione come indicazione di massima). Tutte le sale disporranno di prodotti di sanificazione e il regime di pulizia delle superfici sarà massicciamente potenziato.

Pratica ormai comune all’ingresso dei negozi più grandi, la rilevazione della temperatura che avverrà regolarmente per ogni cliente al tornello di entrata delle palestre. Così come sta avvenendo nell’industria, anche il mondo del fitness ha intenzione di chiedere la riduzione della distanza di sicurezza di due metri a uno, per evitare un dimezzamento della capacità delle strutture.

Da vagliare la possibilità di prenotazione per gruppi di conviventi o persone che si frequentano regolarmente, che non dovrebbero così rispettare la suddetta regola.

Riapertura palestre in UK: le alternative

Non mancano soluzioni alternative e tappabuchi, focalizzate sulla diversificazione dell’offerta. Alla luce della pratica consolidatasi con il lockdown, alcune palestre stanno lanciando lezioni a distanza a pagamento, ma questa volta individuali e più personalizzate rispetto a quelle gratuite che hanno caratterizzato la quarantena.

Ci sono poi corsi che si svolgono all’aperto, e quindi con misure di sicurezza più rilassate (con ogni partecipante responsabile dei propri tappetini), mentre anche i personal trainer hanno iniziato a offrire servizi individuali in parchi e altri luoghi all’aperto, portando con sé le attrezzature necessarie.