TfL: “impatto catastrofico” del Coronavirus sui mezzi pubblici di Londra

2638
AEMORGAN

Crollo del traffico passeggeri, declino dei ricavi pubblicitari, e la morte di numerosi dipendenti. L’impatto della pandemia da Coronavirus su Transport for London (TfL) è stato devastante. E l’aspetto peggiore è che, nonostante l’iniezione di denaro del governo centrale, le cose non vanno affatto bene, e il futuro dell’azienda di trasporti della capitale non è mai stato così incerto.

Dite addio ai lavori di ampliamento della rete, e ai progetti di miglioramento del servizio come Crossrail e l’allungamento della Northern Line. C’è un rischio concreto che molti dei cantieri futuri vengano fortemente ridimensionati o addirittura congelati per effetto diretto del Covid-19.

Nell’ultimo rapporto finanziario sullo stato delle casse aziendale, TfL ha denunciato una situazione molto preoccupante. Durante il picco pandemico, infatti, il governo ha chiesto di evitare gli spostamenti non necessari, e a marzo e ad aprile ci sono stati periodi in cui il biglietto a bordo non si pagava.

Ciò ha portato ad un calo abnorme del flusso di cassa; e mancando le persone sui treni, è venuto a mancare l’altro pilastro economico della società: i ricavi pubblicitari.

Nel trimestre fiscale che va da dal 1 aprile al 27 giugno, infatti, sono stati raccolti solo 3 milioni di Sterline dagli inserzionisti; briciole rispetto ai 47 milioni del trimestre precedente.

Il CFO di TfL Simon Kilonback e il responsabile finanziario del gruppo Tony King non usano litoti:

“La pandemia di Coronavirus ha avuto un impatto catastrofico sulla nostra compagnia, con perdite umane tra i nostri colleghi, un grave declino nel numero dei passeggeri e un cambio significativo nelle nostre operazioni e nei piani futuri.

L’incertezza perdurante sulla diffusione del virus, che può impattare sulle future politiche di viaggio del governo, e l’impatto della pandemia sull’economia inglese rendono ancora più difficile fare previsioni e gestire il budget.”

C’è da dire che le cose iniziano lentamente a migliorare. “Di recente abbiamo iniziato a vedere tornare il pubblico, e la pubblicità è tornata un po’ a salire. Stiamo lavorando da vicino coi partner commerciali per assicurarci che, con l’aumento in sicurezza del traffico passeggeri, si sia nella posizione di poter supportare il ritorno anche dei brand nella nostre rete, così da ricostruire i flussi di cassa il più presto possibile.”

Nel frattempo, per sopravvivere, TfL ha dovuto però appoggiarsi al furlough scheme da 32 milioni di Sterline per i propri dipendenti, oltreché mettere mano al tesoretto da 600 di Sterline che erano in cassa. In più, è stata costretta ad accettare il bailout di salvataggio del governo da 1,6 miliardi di Sterline; soldi che manterranno in vita i mezzi pubblici fino ad ottobre ma non senza contropartite.

In cambio, infatti, il management si è impegnato ripristinare i servizi prima del previsto, a massimizzare il fatturato, minimizzare i costi, e infine a investire in programmi di viabilità pedonale e ciclabile nel piano Streetspace for London. Tradotto in soldoni, ci saranno forti scossoni per i pendolari, e non necessariamente in senso migliorativo.