Situazione aerei: ecco come e quando si riprenderà finalmente a volare

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AEMORGAN

Con la fine del lockdown, almeno per quanto riguarda l’Italia, si aprono nuove prospettive non solo dal punto di vista della ripresa delle attività economiche, ma anche della possibilità di viaggiare al di fuori dei confini nazionali. Dal 3 giugno, infatti, sarà possibile prendere un aereo per recarsi in un altro Paese per motivi di turismo e non più strettamente legate a necessità lavorative, di salute o di ritorno alla propria residenza.

Rimarranno in ogni caso tutti gli obblighi sanitari attualmente in vigore (uso di mascherine, distanziamento sociale) e i controlli della temperatura e delle condizioni di salute dei passeggeri. Se gli aeroporti verranno riaperti al grande pubblico, per le compagnie aeree non si tratterà di un ritorno immediato alla normalità.

In un settore pesantemente colpito dalla crisi economica generata dal Coronavirus, la ripresa sarà graduale sia per la minor richiesta di spostamenti sia per poter garantire il rispetto delle prescrizioni mediche in vigore.

Non bisogna però dimenticare che i differenti Paesi, europei e mondiali, stanno adottando restrizioni più o meno stringenti in base allo stato di arretramento del contagio da COVID-19 e alle scelte fatte in termini di rilassatezza del lockdown.

In Italia, per esempio, dal 3 giugno non sarà più necessario sottoporsi a una quarantena di due settimane non appena sbarcati, mentre tale accorgimento è ancora in vigore nel Regno Unito (così come per esempio in Spagna e Australia). Limitazioni che frenano grandemente l’ipotesi di una ripresa del settore turistico, con la maggior parte delle compagnie che hanno già effettuato tagli importanti al personale per garantirsi la sopravvivenza durante il fermo forzato.

Continua anche il blocco totale dei voli tra la Penisola e gli Stati Uniti di Donald Trump, per ora previsto fino al 31 maggio (ma le previsioni sembrano indicare una continuazione anche a giugno). Al momento per arrivare in territorio americano bisogna affidarsi a compagnie come Air France o Emirates, con scali alquanto costosi a Parigi o Dubai.

Bisognerà per esempio aspettare il primo giorno di luglio per poter salire su un aereo Ryanair. Il vettore low cost irlandese ha infatti annunciato di voler riattivare il 40% dei voli, per un totale di circa 1000 voli al giorno che copriranno il 90% delle destinazioni a disposizione, sempre nel rispetto delle restrizioni decise dai governi. A passeggeri ed equipaggio verrà controllata la temperatura all’ingresso in aeroporto, sarà richiesta la mascherina e consigliato il check-in online, nonché il carico del solo bagaglio a mano. In termini di distanziamento sociale, pratica che sarà “incoraggiata”, l’accesso alla toilet verrà consentito solo dietro richiesta al personale di bordo.

Emirates, invece, tornerà a volare molto prima, dal 21 maggio, con una serie di destinazioni che comprendono capitali e metropoli come Londra, Parigi, Madrid, Milano, Sydney e Dubai (questa scalo tra UK e Australia). Per evitare rischi di contagio da contatto saranno eliminate tutte le riviste in precedenza distribuite, mentre il bagaglio a mano finirà nella stiva: sarà possibile portare in cabina oggetti quali computer, borse e articoli per bambini.

Dal canto suo Lufthansa ha già annunciato che da giugno raddoppierà gli aerei attualmente in volo, passando da 80 a 160 mezzi in attività. Ripartenza a giugno anche per British Airways, che garantirà collegamenti tra Londra, Roma e Milano, per poi includere anche Venezia e Bologna.

Permane l’incognita rappresentata da Alitalia, il cui destino è legato alla nascita della nuova società nazionalizzata: in tutto saranno messi a disposizione 92 aerei, un terzo dei quali per i viaggi nazionali e i restanti due terzi per le tratte estere. Non è però ancora stato definito un piano di ripresa delle attività, al momento limitate a circa 30 aerei in volo ogni giorno.