Il recital teatrale “Slurp” di Marco Travaglio fa il punto sul servilismo dei media italiani

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AEMORGAN

È stato davvero uno spettacolo tragicomico “tutto da ridere per non piangere” quello portato in scena a Londra dal giornalista e attuale direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, con la preziosa collaborazione dell’attrice Giorgia Salari e per la regia di Valerio Binasco. Il titolo era già tutto un programma: “SLURP – Lecchini, Cortigiani & Penne alla Bava. La stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati”.

Praticamente questo recital teatrale, partendo in stile “cinegiornale mussoliniano”, ripropone gli anni della storia recente italiana, dall’era della Prima Repubblica e di Bettino Craxi fino ad oggi, passando quindi per Tangentopoli, i governi alternati di Berlusconi e del centro-sinistra, fino ad arrivare all’austerity del governo Monti e all’attuale governo Renzi, con menzione speciale del “culto della personalità” nei confronti dell’attempatissimo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del suo “straordinario” doppio mandato, con conseguente devastazione della Costituzione Italiana in atto.

Marco Travaglio ha davvero fatto una bella ricerca, ritrovando moltissimi articoli e citazioni scritti dai più eminenti giornalisti, intellettuali, opinionisti e politici italiani e dimostrando come costoro non abbiano mantenuto nel tempo una linea di pensiero coerente con i propri valori, bensì abbiano spudoratamente adulato il potente di turno anche in palese contraddizione con ciò che avevano affermato in precedenza, presumibilmente per trarne vantaggi personali o chissà, forse semplicemente per poter continuare a lavorare… si sa come è l’Italia… alla Fantozzi.

La sferzante satira di Marco Travaglio fa davvero centro e non risparmia nessuno, né a destra né a sinistra, svelando le contraddizioni della stampa che scrive tutto e il contrario di tutto per coprire le menzogne dei potenti. Risulta chiarissimo come gli stessi giornalisti abbiano nel tempo sostenuto i socialisti, poi Di Pietro e i giudici che li incriminavano, poi Berlusconi, poi il suo oppositore Prodi, poi ancora Berlusconi e cosi via.

Particolarmente divertenti le dichiarazioni sui bambini mangiati o meno dai comunisti in Russia oppure in Cina o nella Corea del Nord a seconda dei casi e la descrizione del corpo di Giulio Andreotti nella camera ardente, definito “roseo” dall’adulatore di turno: un estremo caso di piaggeria “post-mortem”.

Il diritto all’informazione da parte dei cittadini risulta chiaramente deturpato e una possibile soluzione secondo Marco Travaglio è di lamentarsene sui social media. Speriamo davvero che basti!