Secondo l’indagine della Cei, a Londra si suicida un italiano al mese

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AEMORGAN

Londra è una città che riesce sempre a sorprenderci, regala a molti connazionali soddisfazioni e opportunità che in Italia non avevano o non avrebbero avuto, ma certamente non è il regno dei balocchi. I ritmi di vita sono spesso frenetici, il costo della vita molto alto, la lontananza da amici e parenti può farsi sentire: c’è chi può finire per sentirsi solo o magari depresso, con conseguenze che, purtroppo e in rari casi, possono essere anche drammatiche.

Fanno riflettere, infatti, i dati diffusi dalla Cei il 9 gennaio 2018 e riportati dal quotidiano Il Messaggero: secondo un’indagine della Conferenza Episcopale Italiana, in media a “Londra, ogni mese, c’è il suicidio di un italiano”. In particolar modo, a segnalare il disagio di molti italiani emigrati nel Regno Unito è don Gianni De Robertis, direttore generale della fondazione Migrantes della Cei, che ha rivelato queste cifre allarmanti durante una conferenza stampa per presentare le iniziative messe in campo dai vescovi in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Il primo ruolo della fondazione Migrantes  è infatti quello di sostenere e accompagnare gli italiani nel mondo, tramite le 366 missioni di cui dispone.

“Mi diceva qualche settimana fa il coordinatore dei nostri missionari in Gran Bretagna, don Antonio Serra, che a Londra in media ogni mese c’è il suicidio di un italiano e che conosce italiani che vivono in baracche o container”, ha riferito De Robertis.

Situazione di disagio che comunque è vissuta da diversi nostri connazionali non solo a Londra, ma anche in altri Paesi, come l’Australia. “Qualche tempo fa”, ha continuato il direttore della fondazione Migrantes, “è venuto a trovarmi un giovane giornalista che vive a Melbourne, in Australia, e mi ha raccontato la condizione di tanti giovani italiani che per ottenere il permesso di soggiorno devono accettare di lavorare per 88 giorni nelle farm come pastori o raccoglitori di frutta. E’ anche di questi che parla il Papa nel suo messaggio”.