Londra è una metropoli enorme dalle mille sfumature e le altrettante contraddizioni. Una mappa recente ha analizzato il livello di povertà dei cittadini londinesi registrando una netta divisione tra chi abita nei distretti settentrionali rispetto a chi vive in quelli meridionali. Ecco nello specifico i risultati della statistica.
Mappa sul livello di povertà a Londra: i fattori determinanti
La mappa creata dall’Office of National Statistics (ONS) ha utilizzato i dati del censimento del Regno Unito del 2021. Nello studio sono stati presi in considerazione diversi aspetti sociali tra cui salute, occupazione, istruzione e alloggio.
Una famiglia è stata classificata come “svantaggiata” dal punto di vista educativo se nessuno in essa di età compresa tra 16 e 18 anni è uno studente a tempo pieno o non c’è nessuno che ha almeno un’istruzione di secondo livello. Per quanto riguarda la condizione sanitaria, l’indigenza è calcolata se un componente ha una salute generale molto cattiva o è disabile.
Dal punto di vista lavorativo, un nucleo familiare povero ha almeno una persona disoccupata o disabile e non in grado di lavorare. Dal punto di vista abitativo, invece, si intende indigente una famiglia che abita in un alloggio sovraffollato, in un’abitazione condivisa o senza riscaldamento centralizzato.
I risultati della ricerca sul livello di povertà a Londra
I dati della mappa mostrano che i residenti nel parte nord e est di Londra hanno maggiori probabilità di vivere in condizioni svantaggiate rispetto a quelli del sud o dell’ovest. Barking & Dagenham, nella zona est della città, risulta essere il distretto più povero. In quel quartiere, infatti, bene il 37,1% dei cittadini è svantaggiato in almeno una delle categorie. Subito dietro ci sono Brent (36,5%), Newham (35,8%) ed Enfield (35,7%) con più di un terzo dei residenti che vive in condizioni precarie.
Al contrario, leggendo la classifica dal basso è possibile individuare le aree meno svantaggiate di Londra. Parliamo dei quartieri di Wandsworth e Richmond upon Thames, con rispettivamente il 27,9% e il 28,1% dei residenti che vivono in condizioni precarie da almeno un punto di vista.
