Londra, il 74% degli impiegati tornerà in ufficio entro settembre

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AEMORGAN

Poteva e doveva essere un’occasione per liberarci dal giogo della presenza fisica, degli spostamenti nel traffico e dell’inquinamento, per abbracciare un paradigma di lavoro più umano e meno opprimente, e invece c’è seriamente il rischio che si trasformi in un grandissimo “abbiamo scherzato.” Secondo una recente inchiesta condotta da Addison Lee, entro settembre oltre 3/4 dei dipendenti dovrà far ritorno in ufficio. Insomma, si torna al vecchio stile di vita.

Su 142 aziende sentite su un paniere di attività economiche molto variegate della City, il 74% ha confermato il ripristino delle attività lavorative pre-pandemiche, e il ritorno in ufficio nei prossimi mesi. E oltre la metà di queste -per la precisione il 51%- ha dichiarato di voler implementare il piano prima del 30 giugno.

“Molte attività vedono di buon grado il ritorno al posto di lavoro” ha spiegato il CEO di Addison Lee Liam Griffin. “Ciò darà agli impiegati l’opportunità di vedersi di persona e tornare a godere della possibilità di lavorare assieme. Ma la nostra ricerca mostra che la sicurezza resta la preoccupazione principale dei dipendenti, quando si parla di pianificare il ritorno in ufficio.”

E in effetti, la volontà dimostrata delle imprese appare un filo prematura, perfino alla luce delle nuove concessioni alla mobilità che il governo si prepara a varare. Dopo oltre un anno di smart working, presto il Regno Unito abbandonerà le raccomandazioni sul lavoro da remoto, lasciando libertà di scelta in materia ad ogni singola attività economica. E sappiamo già che molte grosse realtà corporate hanno annunciato modelli ibridi di lavoro per il mondo post-pandemico.

Il gigante dei servizi di consulenza direzionale e revisione contabile Ernst & Young, ad esempio, ha rivelato lunedì scorso di voler imporre al proprio staff di essere solo 3 giorni a settimana di presenza in ufficio. Ma questa sarà un’eccezione, più che la norma.

La maggior parte dei business, sembra di capire, non vede l’ora di tornare al vecchio modello che, a detta di molti, permette una più proficua collaborazione. Ma i lavoratori non sono tutti d’accordo; il 53% infatti conferma di essere preoccupato di dover tornare a prendere i mezzi pubblici e, se potesse, preferirebbe evitarlo.

Ecco perché, per smussare l’iniziale riluttanza, il 71% delle società ha anche affermato di voler garantire un certo livello di flessibilità riguardo le ore di lavoro e gli orari di viaggio dei pendolari.