Brexit, dal 31 ottobre possibile stop ai voli Linate-Londra

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AEMORGAN

Stando ai carteggi attuali, tra meno di 80 giorni non sarà più possibile volare dall’aeroporto di Linate verso Londra. Si tratta dell’effetto micidiale di due fattori: la normativa italiana e la Brexit, che portano il Regno Unito fuori dalla UE. Le compagnie continuano a vendere i biglietti, ma lo stato di incertezza è palpabile.

Il Problema

Nel 2016, con la benedizione dell’Unione Europea, in Italia viene attuata una legge chiamata “Ripartizione del traffico aereo sul sistema aeroportuale di Milano” volta a semplificare la fruizione dei servizi dell’aeroporto di Linate, così da potenziare in modo definitivo l’hub di Malpensa. In base a questa normativa, “i vettori comunitari possono operare collegamenti di linea punto a punto, mediante aeromobili a unico corridoio, tra Linate e altri aeroporti Ue, nei limiti della definita capacità operativa” di Linate. Tradotto in soldoni: i voli extra-Ue decollano solo da Malpensa e Bergamo-Orio al Serio.

Il fatto è che, dal 31 gennaio 2020 è entrata in vigore la Brexit che ha portato il Regno Unito fuori dall’Unione, trasformandolo così in uno Stato extracomunitario. Ciò lo rende dunque formalmente irraggiungibile da Linate dal prossimo 31 ottobre.

Ciononostante, le compagnie aree continuano continuano a vendere biglietti anche oltre la fatidica data sia per Gatwick che per Heathrow. Anche se, allo stato attuale, non c’è alcuna garanzia che l’operatività voli possa essere garantita.

Cosa Succede Ora?

In base alle informazioni raccolte dal Corriere, l’accordo sulla Brexit firmato tra Bruxelles e Londra permette di “connettere qualsiasi punto dell’Europa con qualsiasi punto del Regno Unito. Ma su questo aspetto il dossier Linate è rimasto sempre in sospeso, senza arrivare mai a una decisione finale in merito.”

Tant’è che in teoria i voli Linate-UK dovevano essere interrotti già lo scorso 1 gennaio 2021, un minuto dopo l’entrata in vigore della Brexit. Per evitare rogne ai passeggeri, tuttavia, si è scelto di prorogare eccezionalmente i servizi verso la capitale inglese fino allo scorso 1 agosto. Una scadenza che però avrebbe compromesso la fragile ripresa del settore in epoca pandemica, e che dunque è stata posticipata nuovamente, stavolta al 30 ottobre, in attesa di delucidazioni ufficiali. Delucidazioni che, manco a dirlo, non si sono ancora viste.

Ecco perché, secondo gli osservatori, lo scenario più plausibile che ci attende è quello di una nuova proroga, per dare tempo al legislatore di mettere mano al pasticcio; anche perché, una revisione in seno alla Commissione Europea richiederebbe non meno di 5-6 mesi di trattative. In alternativa (e si farebbe pure prima), ci si potrebbe rivolgere allo speciale comitato UE-Regno Unito che si occupa applicazione concreta della Brexit, ma su questo punto per ora nulla si muove.

Insomma, per il momento dai vettori tutto tace, e la speranza è che i biglietti acquistati per viaggiare dopo il 31 ottobre vengano onorati. Nella peggiore delle ipotesi, ipotizziamo, si può sempre spostarli su Malpensa. Ma per ora non esistono certezze; tra pandemia e tutto il resto, ci mancava solo questa.