Ecco come TfL stana (coi social) i furbetti del tornello in metro

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AEMORGAN

Le stime di Transport for London (TfL) confermano che l’evasione tariffaria sulla rete dei trasporti pubblici di Londra porta ad un importante buco nel fatturato, pari al 4%. Uno stato di cose insostenibile, alla luce delle difficoltà post-pandemiche e dei tagli del governo. Ecco come TfL intende mettere una stretta al fenomeno e stanare i bari della metro con la tecnologia.

L’evasione tariffaria sulla rete TfL crea ammanchi per ben 100 milioni di Sterline l’anno. Va meglio solo sugli autobus di Londra, dove il tasso di “portoghesi” scende all’1,5%. Lo hanno rivelato fonti ufficiali dell’azienda al Transport Ticketing Global 2023 lo scorso 7 marzo, il più grande forum su biglietti, trasporto pubblico e tecnologie di vidimazione. (Si, è stata una sorpresa anche per noi scoprire che esiste).

Fatto sta che, durante il suo intervento, TfL ha svelato come intende agire per mettere un freno al fenomeno. L’azienda riconosce tre tipologie di evasione tariffaria:

  • Accidentale: quando un cliente non paga la tariffa o non paga la tariffa giusta per errore.
  • Calcolata: quando un cliente “tenta la sorte” passando per un particolare percorso o sfruttando un particolare metodo che consente di ottenere una tariffa più economica a cui non avrebbe diritto.
  • Cronica: quando il viaggio a sbafo costituisce pressoché la normalità, non senza fughe improvvise o minacce al personale TfL.

L’idea per il momento è di concentrarsi sulle attività di evasione cronica del biglietto con “interventi statici” ovvero controlli a tappeto effettuati dal personale TfL o dalla polizia. Ma soprattutto con la tecnologia.

Mode Social

TfL ha infatti messo a punto un sistema interno chiamato ITAP (Irregular Travel Analytics Platform) che utilizza diversi algoritmi per rilevare modelli ripetuti di comportamento fraudolento, e aiutare a individuare le tattiche di evasione tariffaria. E tra le metodologie proposte c’è anche quella dell’analisi dei social network.

“I manager di TfL hanno confermato che stanno usando i social media per identificare i movimenti degli evasori cronici dei biglietti” e hanno già avuto un certo “successo” nell’acciuffarli.

“Una delle cose che abbiamo notato negli ultimi due o tre mesi” ha spiegato il Revenue Protection Policy Managers di TfL John Poett, “è che l’evasione tariffaria viene promossa attivamente sui social media.” In altre parole, questa gente si riprende e pubblica spontaneamente online le prove del reato; il termine usato in questi casi è bumping e si verifica soprattutto su DLR and Metro.

“Stanno accadendo un sacco di cose, e le persone che barano al tornello poi si riprendono mentre lo fanno”. Pertanto, TfL sta “lavorando gomito a gomito coi partner di polizia e il team legale” e ha già registrato “diversi successi col team investigativo interno” riuscendo a identificare alcuni di questi geni. Infine, nel (vano?) tentativo di evitare il fenomeno dell’emulazione, TfL chiede ai social network di rimuovere i video.