Coronavirus a Londra: infermiere italiano racconta l’emergenza in terapia intensiva

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AEMORGAN

Con oltre centomila contagi da Coronavirus diagnosticati e centinaia di morti al giorno, il Regno Unito continua ad essere in piena emergenza sanitaria tanto che il governo ha prolungato il lockdown per almeno altre tre settimane.

I medici e gli operatori sanitari combattono in prima linea quotidianamente, così come ha raccontato Tiziano Bachiorrini. Si tratta di un giovane infermiere che proviene da Grosseto ma vive in Inghilterra dal 2012 e lavora nel reparto di terapia intensiva del Chelsea Westminster Hospital di Londra.

In un video pubblicato dal Messaggero Tiziano ha parlato della sua esperienza personale e di come inizialmente è stata affrontata l’emergenza in ospedale: “Nessuno era preparato al 100%, ci siamo preparati giorno per giorno. A un certo punto l’unità ha iniziato ad alzare dei muri tra i letti, dal momento che avevamo solo una stanza di isolamento. In quel momento ho pensato ‘ecco si entra nell’emergenza’. Per accedere a quelle stanze bisognava vestirsi e per uscirne bisognava cambiarsi, per poi potersi recare nei luoghi comuni. Ora è ancora diverso: bisogna portare tutto il giorno, in ogni luogo, la mascherina, puoi toglierti solo i guanti quando esci dalle stanze singole“.

L’infermiere ha, così, continuato parlando di come si sia aggravata la situazione: “Se fino a due settimane fa potevo occuparmi di un solo paziente, ora sono passato a quattro. Inoltre, sono arrivati in reparto colleghi che non hanno mai avuto esperienza in terapia intensiva e lo stesso vale per i medici, magari oncologi o nefrologi. È molto stancante e preoccupante“.

La pressione sia lavorativa che psicologica è enorme e il giovane grossetano lo conferma: “Non c’è ancora una cura specifica, un modo per trattare questi pazienti. Magari vedi un miglioramento e poi c’è un degrado in poche ore. È questo che preoccupa. E poi c’è il senso di impotenza: quella di non comunicare con il paziente quando è sedato e intubato, quella di non poter assicurargli che tutto andrà bene e si risveglierà guarito, quella di non permettere alla famiglia di vedere il proprio caro. Non c’è un training per questo, l’esperienza ti aiuta nelle scelte di comportamento“.

Alla fine del video, Tiziano lancia anche una critica al governo inglese che avrebbe potuto limitare i danni adottando le misure preventive in anticipo: “Appena noi, come famiglia, abbiamo saputo di quanto stava accadendo in Italia abbiamo cercato di uscire di meno. Per il resto, qui non è cambiato nulla per un mese. Al di là della dichiarazione sull’immunità di gregge che non condivido, mi chiedo: Perché non prevenire invece di curare?“.