Coronavirus UK, è record: i decessi crollano a 17 nelle ultime 24 ore

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AEMORGAN

Per la prima volta in tanti mesi, il bilancio giornaliero delle vittime per Covid-19 in UK si ferma a 17. Era dallo scorso settembre che non si vedevano numeri così bassi, e il merito ovviamente è della campagna di vaccinazione unitamente alle misure di Lockdown.

Per trovare un’incidenza di decessi più bassa di quella di ieri, occorre scorrere gli archivi dell’NHS britannico fino al 28 settembre 2020, quando si registrarono 13 morti per Coronavirus. Nelle ultime 24 ore, invece, siamo arrivati a 17 vittime, con una riduzione del -42% rispetto alla settimana precedente.

Si tratta di un calo che va avanti in modo stabile da molte settimane, nonostante il numero dei nuovi casi giornalieri resti costante, attorno ai 5.000-6.000 nuovi contagi ogni giorno in quest’ultimo mese; lunedì, per dire, erano 5.342 con un calo di appena -4,7% rispetto alla settimana precedente. Ciò significa che vengono vaccinate le persone giuste, cioè quelle appartenenti alle categorie più fragili o più esposte.

Tutto il contrario di quel che viene fatto in Italia dove, al caos della gestione regionale (che la stampa inglese fatica a comprendere, additando tutte le colpe al governo centrale) si aggiunge pure una tendenza a vaccinare categorie e coorti decisamente non prioritarie. Tant’è che, mentre qui in UK si festeggiava il nuovo record, nel nostro paese il bollettino segnava 386 nuove vittime di Covid.

Il risultato in UK si deve alla forsennata attività di vaccinazione della popolazione che giunge a breve distanza dal record del sistema sanitario britannico di domenica, in cui si sono raggiunte 844.285 inoculazioni in un giorno solo.

Allo stato attuale, quasi 28 milioni di cittadini UK hanno già ricevuto almeno una prima dose di vaccino, ma bisogna fare attenzione. Le dosi in circolazione non sono infinite: se un paese ne riceve di più, al di là delle polemiche, gli altri restano a secco. È semplice matematica. Ecco perché, in un recente intervento, il Primo ministro Boris Johnson ha affermato che la terza ondata in Europa rischia di “arrivare anche sulle coste” inglesi.

In altre parole, è inutile immunizzare un paese se non si coopera a livello internazionale per mettere in sicurezza tutti gli altri. Pertanto, in seguito alle minacce della UE di bloccare le esportazioni di vaccino, Johnson ha deciso di tornare sui suoi passi e tentare la mediazione diplomatica, concordando coi leader UE maggiori forniture di AstraZeneca.

Se tutto va come previsto, anche al netto delle eventuali rimodulazioni sui flussi di vaccini con la UE, il governo conferma gli obiettivi fissati: vaccinazione (con una dose) del 100% degli over 50 entro il 15 aprile, e prima dose a tutti gli adulti del paese entro luglio.