Brexit: Russia e Cina hanno tentato di interferire sul voto? Il rapporto della Camera dei Comuni

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AEMORGAN

I russi e i cinesi hanno cercato di interferire con il voto referendario sulla Brexit? È il sospetto che negli ultimi giorni sta creando un certo sconcerto nella Camera dei Comuni britannica, dopo la consegna di un rapporto della Commissione affari costituzionali della camera che ha appurato che nei giorni precedenti al referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016 ci fu un attacco hacker al sito di registrazione.

“Il 7 giugno 2016 c’è stato sicuramente un DDOS attack al sito di registrazione”, si legge nel rapporto reso noto dal The Guardian e BBC, “sappiamo che è molto comune da realizzare. Gli indicatori-chiave sono la tempistica e il volume di traffico”. Nella giornata del 7 giugno, infatti, accadde un incidente particolare al sito governativo che permetteva ai votanti di registrarsi per il referendum sulla Brexit: la pagina in questione del sito andò in tilt e il governo fu costretto a prorogare, 100 minuti prima della scadenza, il termine per la registrazione al voto referendario.

La prima spiegazione che fu data era legata al numero troppo elevato di accessi alla pagina, che aveva sovraccaricato il sito con un picco senza precedenti, in quanto circa 500 mila persone cercarono di registrarsi all’ultimo minuto per il referendum. Tuttavia, dopo i sospetti sull’interferenza russa sulle ultime elezioni presidenziali americane e nella campagna presidenziale francese, le autorità britanniche hanno deciso di approfondire la questione per verificare possibili attacchi hacker.

 

Il rapporto della Commissione affari costituzionali sembra confermare l’ipotesi di un attacco DDOS (Distributed Denial-of-Service), l’attacco informatico più diffuso per creare danni a un sito mandandolo in tilt, il quale consiste in un bombardamento coordinato di richieste verso il server che ospita il sito da parte di computer controllati da remoto.

 

 

 

 

 

La commissione non identifica alcun responsabile né lancia accuse avventate, ma sottolinea che sia la Russia che la Cina “usano un approccio cognitivo basato sull’analisi della psicologia di massa e su come sfruttare i singoli individui”. Sebbene quanto successo non sia andato a incidere sul risultato referendario, per la Commissione si tratta di una questione molto grave, dicendosi “preoccupata per le interferenze straniere”.

Gli attacchi hacker alla Gran Bretagna sono frequentissimi: il capo del Foreign Office, Philip Hammond, ha rivelato di recente che il Centro ha bloccato 34.550 attacchi potenziali ai ministeri tra giugno-luglio del 2016 e l’inizio del 2017, con una una media di 200 casi al giorno.