Il cortometraggio emozionante che celebra il museo londinese dedicato all’immigrazione!

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AEMORGAN

Per chi non lo sapesse a Princelet Street, nella zona orientale di Londra, sorge un edificio molto particolare che ospita il primo museo europeo dedicato a immigrazione e diversità. Proprio pochi giorni fa è stato lanciato su Vimeo un cortometraggio che racconta i motivi per il quale è così speciale!

La storia del museo londinese che celebra l’immigrazione

La storia dell’edificio di Princelet Street ha radici lontane tanto che per ben tre secoli è stato la casa e il rifugio di generazioni di immigrati. In origine il palazzo, costruito nel 1719, ha ospitato la famiglia Ogier formata da ugonotti francesi in fuga dalle persecuzioni in madrepatria. Successivamente gli Ogier si arricchirono con la tessitura della seta e abbandonarono l’edificio.

A quel punto lo stabile venne suddiviso in laboratori e piccoli appartamenti che nel corso dei secoli successivi hanno ospitato famiglie di immigrati irlandesi. In seguito ad occuparlo furono i rifugiati ebrei provenienti dall’Europa orientale che costruirono addirittura una sinagoga nel cortile interno. Insomma, un vero melting pot di gruppi sociali e culturali tanto che qualche anno fa la giornalista Rachel Shabi sul New York Times descrisse così il palazzo: “Il 19 di Princelet Street ha scritto ‘migrazione’ sulla sua malta e sui suoi mattoni“.

Il cortometraggio che celebra e racconta la storia del museo

L’animatrice e artigiana Anita Bruvere ha voluto raccontare a modo suo la storia del palazzo nel suo cortometraggio “Home”. Il filmato è girato con la tecnica dello stop-motion ed utilizza il tessuto come filo conduttore tra le varie epoche. Si parte dai telai installati dagli ugonotti, per arrivare alle prime macchine da cucire moderne.

La stessa autrice è un’immigrata originaria della Lettonia e ha parlato così del suo lavoro: “Mi interessava capire come persone di epoche e generazioni diverse, provenienti da culture e contesti differenti, siano connesse attraverso i luoghi che occupano e le esperienze che condividono. Volevo che il film fosse piuttosto poetico, raccontando la storia dal punto di vista della casa utilizzando il tessuto. Era quello il mestiere comune condiviso dalle molte comunità di immigrati della zona. I personaggi del film sono ritagli 2D su acetato e appaiono come semplici ombre che vanno e vengono mentre la casa rimane“.

Il cortometraggio, realizzato nel 2019, negli ultimi anni ha partecipato a svariati concorsi di livello internazionale. Finalmente adesso è online e visibile gratuitamente su diverse piattaforme (Vimeo, Youtube, ecc.).