La nuova paura dei londinesi: lasciare il lavoro per la pausa pranzo

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AEMORGAN

Londra è una città fondata sul lavoro: un po’ come la Repubblica Italiana, ma in questo caso specifico non solo su carta. E sul lavoro fonda la propria vita, i rapporti interpersonali e la propria posizione nel tessuto sociale. Insomma, a Londra si è il lavoro che si fa.

O per lo meno, è la convinzione di numerosissimi londinesi, che fanno ruotare tutta la loro vita attorno a quelle 8 e più ore della loro giornata. Da cui tutto dipende, in particolar modo l’affermazione di se stessi basata sull’opinione che hanno gli altri colleghi. Ecco perché un londinese su cinque ha ammesso di aver paura di lasciare il lavoro per la pausa pranzo.

Paura? Sì, quella di essere giudicati dai propri colleghi. Ommioddio, il lavoratore è un essere umano che necessita nutrimento e per farlo deve avventurarsi fuori dal posto di lavoro lasciando in sospeso inderogabili pratiche.

Eppure noi ci scherziamo, ma sono in molti a preferire di consumare il proprio pranzo alla scrivania per evitare di fare una cattiva impressione sui proprio colleghi. O forse, nel disperato tentativo di fare una buona impressione sui proprio superiori…

Eppure persino i manager non sono immuni da quest’ansia di giudizio, visto che il sondaggio, condotto su 2006 persone nel Regno Unito, ha evidenziato che ci sono anche loro tra i timorosi: come sempre la percentuale maggiore si registra a Londra, la città dove si evita il contatto visivo, con un 19% di lavoratori che rimane in ufficio. Tra questi la maggior parte sono donne.

Da tenere conto anche l’età degli intervistati: il 26 percento è tra i 45 e i 54 anni. Inversione di tendenza per la generazione dei millennial, invece, di cui solo il 14 percento resta alla scrivania, mentre gli altri fuggono via appena possono.

Io la paura di uscire la capisco pure: basta guardare i prezzi di coffee shop e ristoranti…