Nel Tamigi si contano più di 3.500 foche: ecco cosa hanno scoperto i ricercatori!

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AEMORGAN

C’è ancora molta vita nel Tamigi, così come ha affermato un team di ricercatori della Zoological Society of London (ZSL). Gli scienziati hanno, infatti, confermato che migliaia di foche continuano a prosperare nelle acque del fiume anche se negli ultimi due anni è stato registrato un lieve calo dei numeri.

Dall’ultimo censimento è emerso che, dopo la recente stagione dei cuccioli, a popolare il Tamigi sono oltre 3.500 mammiferi suddivisi nello specifico in 2.866 foche grigie e 797 foche comuni. Si tratta di dati molto rassicuranti in quanto confermano lo stato di buona salute del fiume londinese. Le foche, infatti, sono predatori per eccellenza e scelgono come habitat naturale solo luoghi dove l’acqua è di elevata qualità e le specie ittiche sono numerose e variegate.

Nonostante ciò, il Tamigi nasconde anche molte insidie per questa specie animale protetta. Molto spesso le foche si trovano, infatti, ad affrontare minacce che includono rifiuti marini, malattie infettive e anche reti fantasma ovvero tutte quelle attrezzature navali abbandonate nelle quali gli animali possono rimanere impigliati. Per non parlare dei casi in cui vengono disturbati nel momento della nascita dei loro cuccioli da cani senza guinzaglio, canottieri o semplici cittadini incuriositi.

Insidie a parte, stando ai dati degli scienziati la popolazione di entrambe le specie di foche continua a prosperare. A partire dal 2013 tali mammiferi del Tamigi vengono contati ogni anno (escluso il 2020 a causa della pandemia). I ricercatori riescono a monitorare il numero degli animali confrontando le fotografie scattate in un arco di tempo di tre giorni da un aereo leggero che sorvola vari punti sull’estuario del Tamigi.

Nel 2019 erano state trovate 3.243 foche grigie, facilmente riconoscibili dal loro muso più lungo, rispetto alle 932 foche comuni. Si tratta di un numero leggermente maggiore rispetto a quello attuale ma che non desta preoccupazione così come affermato dalla biologa Thea Cox ha dichiarato: “È il quadro a lungo termine ad essere significativo ed è per questo che è importante fare queste indagini su base regolare“.