Theresa May sulla Brexit: “Non rientreremo in UE dalla porta di servizio”

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AEMORGAN

Brexit o non Brexit? Nonostante il responso popolare, le dimissioni del Primo Ministro David Cameron e la nuova compagine di governo guidata da Theresa May, sembra che poco o niente sia cambiato dal giorno del referendum e che la questione Brexit sia stata rilegata in un angolo durante tutto il periodo estivo.

Tuttavia, la neo premier ha rotto il silenzio: alla prima riunione dei ministri dopo la pausa estiva, Theresa May ha dettato le linee guida per la strategia da adottare in vista della Brexit dichiarando che il Regno Unito, dopo aver scelto di uscire dall’Unione Europea, non può ora tentare di rientrare nell’organizzazione sovranazionale “dalla porta di servizio”.

“Dobbiamo continuare a mettere in chiaro che Brexit significa Brexit e che riusciremo a renderlo un successo. Nuove opportunità si aprono per noi mentre forgiamo un nuovo ruolo per la Gran Bretagna nel mondo”, ha detto.

La May ha così ribadito che non ci sarà un secondo referendum, non si andrà a elezioni anticipate e che il Parlamento sarà consultato ma non avrà l’ultima parola sui tempi e le modalità con cui sarà portata avanti l’uscita dalla UE. Per quanto riguarda l’articolo 50 TUE (con il quale il Regno Unito deve palesare all’Unione la sua volontà di uscire dall’organizzazione), il Primo Ministro ha confermato che non verrà invocato almeno fino all’inizio dell’anno prossimo, per consentire al Governo britannico di elaborare una strategia coerente da portare in fase di negoziazione con l’UE.

Obiettivo di Theresa May è anche quello di eliminare le tensioni che si sono create all’interno del Governo. A quanto pare, infatti, mentre il cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond vorrebbe restare nel mercato unico, Liam Fox, responsabile del Commercio Internazionali, e altri ministri euroscettici vorrebbero una soluzione più drastica. Se ciò non bastasse, lo stesso Fox, David Davis (ministro per la Brexit) e Boris Johnson (ministro degli Esteri) si sarebbero scontrati sulle competenze che spettano a ognuno e anche sui rispettivi uffici.