Una mappa mostra le zone di Londra allagate nel 2030: da Stratford a Richmond, ecco cosa rischiamo

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AEMORGAN

Negli ultimi tempi, se ne saranno accorti facilmente i residenti storici, il fenomeno delle alluvioni a Londra è diventato molto più frequente e questo cambiamento meteorologico sta allarmando non poco gli specialisti.

Le immagini dei trasporti pubblici metropolitani resi inutilizzabili e i video diffusi sui social di automobili che tentavano di guardare le strade sommerse di Battersea e Tooting hanno fatto il giro del mondo, rendendo sempre più pressante – come se davvero ce ne fosse bisogno – la chiamata alle armi contro il pericolo del riscaldamento globale.

Gli esperti ritengono che l’innalzamento delle temperature farà aumentare di molto il rischio di alluvioni e inondazioni. Per comprendere quanto ciò possa coinvolgere la città di Londra, ecco pronta una mappa creata a partire da uno strumento predittivo della NASA, riguardante l’innalzamento del livello del mare.

Lo strumento informatico è stato lanciato a seguito della pubblicazione del primo capitolo dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change: tramite una serie di comandi si può intuitivamente osservare in che modo differenti parti del mondo verranno trasformate a seguito delle immissioni di gas serra e CO2 nell’atmosfera, dal 2020 al 2150, anche attraverso fenomeni come lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai, nonché l’espansione delle acque oceaniche o lo stravolgimento delle loro correnti.

Londra allagata: la mappa delle possibili alluvioni nel 2030

Ma veniamo a noi. Estrapolando alcuni dati e impostando pochi filtri, si può avere una mappa molto dettagliata che mostra il rischio di alluvioni a Londra nei prossimi anni, e il risultato è tutt’altro che incoraggiante.

Vaste aree della città potrebbero infatti essere sommerse nel 2030: l’intera riva del Tamigi  sarebbe a rischio, con l’eccezione di Westminster, Soho e della City, mentre altre aree vulnerabili includono la maggior parte della parte est della capitale – incluse Stratford, Canary Wharf e le Royal Docklands; a sud Clapham e Brixton rischiano grosso, così come a ovest le rive di Fulham, Hammersmith e Richmond potrebbero vedere esondazioni. Le parti meno a rischio di Londra sono dunque le zone settentrionali e nord-ovest.

Una mappa del genere non è però uno strumento che ha come fine quello di incutere timore in chi la guarda, ma soltanto la generazione di una maggiore consapevolezza. Lo ricorda Bill Nelson, Administrator della NASA: “Mentre le comunità in tutto il mondo si preparano all’impatto e alle conseguenze dell’innalzamento dei livelli del mare, l’accesso a dati puliti e chiari è un elemento fondamentale per contribuire al salvataggio di vite e proprietà”.