Chinatown Londra, a rischio la sua sopravvivenza nel post-Coronavirus

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AEMORGAN

I commercianti e i ristoratori del Regno Unito non vedono l’ora che arrivi la fase di riapertura delle attività, ma non tutti godranno delle medesime fortune. Alcuni, tipo i proprietari dei ristoranti di Chinatown a Londra, hanno addirittura paura di ripartire. Temono, infatti, che i contraccolpi sociali, la “stigmatizzazione” della comunità cinese e il razzismo possano impattare negativamente sulla rinascita di uno dei quartieri più iconici della City.

Stando ai dati della Met Police, lo scorso febbraio si sono verificati ben 64 crimini d’odio contro le persone di discendenza orientale, vale a dire il doppio della media. Tra le vittime di ingiurie a sfondo razzista c’erano perfino dei minorenni, e secondo l’ente benefico Monitoring Group non è un caso: è il frutto della narrazione che “addossa tutte le colpe ai cinesi” per il Covid-19.

Insulti, occhiatacce e battute sono diventate l’incubo della comunità cinese locale, e talvolta l’odio si concretizza in aggressioni. “Dall’inizio dell’emergenza Covid-19” ha spiegato Suresh Grover, responsabile del Monitoring Group, “i numeri mostrano un’impennata di crimini d’odio a sfondo razzista contro le comunità cinesi. Gli incidenti variano dalla contumelia alla violenza fisica.”

Geoff Leong, uno dei ristoratori più famosi di Chinatown e proprietario del leggendario Dumplings’ Legend dove hanno pasteggiato a ravioli e riso fritto il Principe Carlo e Stephen Fry, è preoccupato per l’incolumità sua e della propria famiglia. Ha raccontato di aver subito il taglio di tutti e 4 i copertoni dell’auto, mentre sua sua figlia di 12 anni è stata aggredita verbalmente in un negozio. “È rimasta molto traumatizzata per quello che le hanno urlato contro. Ora dice di aver paura ad andare a fare compere; non se la sente più.”

I copertoni tagliati dell’auto di Geoff Leong

Ma il problema è più complesso e ramificato. Chinatown, infatti, si trova nel West End di Londra, ed è già sotto pressione a causa del caro-affitti; se i londinese dovessero abbandonarla dopo l’epidemia, potrebbe non rialzarsi più.