“Vivere a Londra”: la storia di Francesco Lucidi che qui esprime a pieno la propria arte

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AEMORGAN

Sono tanti i motivi per cui, a un certo punto della propria vita, può diventare sensato fare armi e bagagli per trasferirsi in un’altra città. O addirittura un’altra nazione. Di sicuro, tra questi le più usuali sono quelle connesse alle opportunità lavorative.

In questo senso Londra offre davvero tantissimo a chi sa rimboccarsi le maniche: è questo il caso di Francesco Lucidi, il protagonista della nostra rubrica in cui diamo voce alle esperienze dei connazionali sbarcati nella City.

Nato a Foligno, Lucidi è un musicista di grandissima esperienza, che si è trasferito a Londra dopo aver vinto una borsa di studio all’Institute of Contemporary Music Performance. Promettente sin da piccolo – aveva infatti vinto tre concorsi di batteria a livello internazionale – Francesco nutriva il sogno di diventare un musicista professionista.

Dopo essersi scontrato con la difficoltà di seguire questa carriera in Italia, dove lavorava per come responsabile di sicurezza e collaudi su apparecchiature elettrobiomedicali, Francesco 9 anni fa ha scelto di cercare fortuna a Londra grazie all’opportunità datagli dalla borsa di studio.

Il primo impatto però non è stato semplice, soprattutto a causa della lingua che non conosceva benissimo e che, di conseguenza, ha creato qualche difficoltà anche nell’integrazione. Sin da subito però, ha apprezzato moltissimo il carattere multietnico della metropoli: “È molto affascinante il fatto di vedere tantissime culture e religioni cosi diverse coesistere tra loro. Tutto ciò rende Londra un posto sicuramente unico al mondo.”

Ma a interessare maggiormente Francesco era proprio la possibilità di dare forma concreta alla sua dedizione alla musica: “Qui tutto ciò che viene considerato ‘arte’ viene rispettato. C’è il rispetto dell’artista, in Italia purtroppo no.” La grande connessione di Londra con il resto mondo, rilevò Francesco sin dai primi tempi, si concretizzò nella mole di opportunità messe realmente a disposizione.

In una Londra non ancora “invasa” dagli italiani, dove “il rapporto qualità-prezzo spesso non è buono”, Francesco è riuscito subito ad allacciare rapporti interpersonali senza problemi, ma soprattutto ha avuto modo di costruire una carriera che in Italia non sarebbe riuscito a portare avanti in alcun modo.

Presto sarà addirittura possibile vederlo al cinema, nei panni del batterista di un famoso musicista: “Al momento sto girando un film della Paramount Pictures, “Rocketman”, che uscirà la prossima estate in tutto il mondo: un film biografico dedicato ad una delle più grandi popstar ancora in vita, Elton John.”

È dunque un bilancio estremamente positivo quello che può tracciare il nostro ospite rispetto alla propria esperienza londinese, che gli permette di dare qualche consiglio a chi volesse seguirne le orme, in primis rispetto all’impegno richiesto: “Non è una città  per nullafacenti. La cosa bella qui è che oltre a seminare, si raccoglie. A volte in Italia si semina tanto e si raccoglie poco.”

In ogni caso ci sono molti cose dell’Italia di cui Francesco sente nostalgia: “La famiglia, gli amici, il cibo, la qualità della vita, la natura”. Tuttavia, per quello che è il suo percorso, al momento non riesce proprio a vedersi nel suo Paese natio per una serie di annose e ben note questioni: “Troppi problemi, troppe cose che non funzionano, troppa gente che si lamenta e non fa nulla per un cambiamento. Amo l’Italia, un po’ meno gli italiani.”