Cannabis a Londra, Sadiq Khan spinge per la depenalizzazione

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AEMORGAN

Il Sindaco di Londra Sadiq Khan intende lanciare un programma pilota che di fatto depenalizza la possessione di modiche quantità di Cannabis tra i giovani in alcuni quartieri della City. Ma le prime, aspre critiche non si sono fatte attendere.

Se il nuovo schema fortemente voluto da Khan sarà approvato dal City Hall, i poliziotti di Lewisham, Greenwich e Bexley non perseguiranno più i ragazzi di età tra i 18 e i 24 anni trovati in possesso di stupefacenti di classe B. Invece dell’arresto, verranno indirizzati verso strutture riabilitative col coinvolgimento della famiglia.

Se tutto va come previsto, il piano sarà approvato nel corso dei prossimi mesi, ma non sarà facile. Oltre all’inevitabile opposizione del governo, che su questo fronte è impermeabile, pareri contrari sono giunti pure dal capo del Partito Laburista Keir Starmer che subito ha preso le distanze: “Riguardo la normativa sulle droghe, l’ho già detto in un gran numero di occasioni e lo dirò ancora: non sono a favore di una modifica delle leggi o della depenalizzazione. Sono molto chiaro su questo punto. Non ho visto i dettagli della proposta, ma da quel che capisco si tratta di un programma pilota. Ovviamente gli darò un’occhiata, ma ribadisco che non siamo a favore di una modifica delle leggi sugli stupefacenti.”

Una posizione che riverbera le parole di Boris Johnson di qualche settimana fa, quando il primo ministro prometteva un più vigoroso impegno nel contrasto all’uso ricreativo delle droghe.

Dall’ufficio stampa di Khan spiegano pazientemente che schemi simili sono già stati implementati in altre parti del Regno Unito, come Somerset, Durham e West Midlands. Inoltre, “questo trial limitato, che è ancora in corso e che deve ancora essere approvato dal Consiglio, partirebbe come test in soli 3 Borghi e si applicherebbe solo a 18-24enni in possesso di piccole quantità di cannabis e a nessun altra sostanza.”

L’intento, in sintonia con le moderne posizioni della comunità scientifica e sulla scia di quanto avviene in tanti altri paesi del mondo, è di uscire dall’approccio medioevale attuale e fare un salto evolutivo nella concezione della tossicodipendenza. Da problema di ordine pubblico a problema sociale e sanitario, e come tale affrontarlo, allontanando i giovani dal sistema della giustizia penale e spingendoli piuttosto verso recupero e riabilitazione.

‘La riduzione del crimine,” spiegano dall’ufficio del Sindaco, “è la priorità principale di questo ufficio, e continueremo a esplorare e implementare le soluzioni più efficaci per aiutare i giovani ad allontanarsi dalla droga e dal crimine per sempre.” E mescolare sempre le carte, parlando in generale di “droga” e buttando nello stesso calderone sostanze con effetti (e dipendenze) diverse, è scorretto, ideologico e strumentale.

“Quel che diciamo è che non staremo seduti tranquilli mentre il tuo stile di vita ti porta a usare droghe di classe A” ha chiosato il Khan poche settimane fa. “E saremo molto più duri in questi casi. Stiamo cercando di fare qualcosa che possa davvero scalfire lo stile di vita dei tossicodipendenti che non credono di essere parte del problema. Alla fin fine, è la domanda stessa che aiuta a alimentare il problema.”