Code per la benzina a Londra, “file di 50 auto” ai distributori della città!

1431
AEMORGAN

Non c’è pace per gli automobilisti in Regno Unito. Per il quarto giorno consecutivo, la maggior parte dei benzinai ha terminato le scorte di benzina e ovunque si vedono lunghissime code per il rifornimento. Si parla addirittura di motociclisti accampati di notte e file di oltre 50 veicoli a Londra, e ora il governo si trova di fronte a scelte cruciali.

L’emergenza benzina si è oramai estesa dall’Inghilterra al Galles, e benché l’invito sia sempre alla calma, la situazione inizia davvero a preoccupare. Anche ieri, infatti, le cronache raccontano di lunghe file di decine e decine di veicoli già alle 6.30 del mattino, di fronte alle stazioni di servizio di tutto il Regno Unito.

Dal governo, per voce del Segretario di Stato per i trasporti Grant Shapps, insistono che non c’è alcuna scarsità di carburante, ma l’effetto ottenuto è esattamente l’opposto di quello desiderato: i panic buyers si sono scaraventati a fare il pieno tutti insieme, con gli effetti che si vedono.

E così, le code che si creano stanno generando problemi a catena per i pendolari, con strade bloccate nella Capitale a causa delle colonne di auto. “Sono arrivato alla stazione di servizio Asda di Leyton, Londra, alle 6.30 del mattino” twitta uno. “La coda era già lunga 50 auto, e alcune persone hanno passato lì la notte.”

“Old Brompton Road a London è bloccata su 3 lati a causa delle macchine in coda per la benzina” spiega un altro ancora. Croydon, Brent Cross, Ealing: non sembrano esserci zone della City risparmiate dal caos.

Shapps ha twittato stamane che “un esercito di altri 4.000 autisti HGV sarà formato per aumentare la capacità di test e portarla a migliaia, e i visti temporanei saranno estesi fino a Natale. Fa tutto parte di un ulteriore pacchetti di misura che annunceremo per aiutare i settori trasporto e alimentare a gestire la penuria di autisti.” Dunque più esami di abilitazione, percorso accelerato per la patente di camionista e più ore consentite alla guida, in barba alla sicurezza.

Eppure, il Governo era stato avvertito settimane fa del problema, e invece di prepararsi come avrebbe dovuto e potuto, ha reagito con quella che il Sole24Ore definisce “l’ennesima brusca inversione di marcia.” Dopo una riunione d’emergenza, il premier Boris Johnson ha autorizzato la concessione di visti temporanei per permettere a migliaia di camionisti stranieri di lavorare in Gran Bretagna e risolvere -almeno per il momento- la questione. Questione che non è la penuria di carburante nelle raffinerie, quanto piuttosto l’assenza di personale autotrasportatore.

La Road Haulage Association e le altre associazioni di settore chiedevano da tempo di poter assoldare lavoratori dall’Unione Europea per far fronte alla carenza di camionisti (si parla di un ammanco di oltre 100.000 addetti), ma dal governo la risposta era monolitica: in linea con lo spirito della Brexit, niente personale straniero. Ma di camionisti britannici non se ne vedono e, tra pandemia e uscita dalla UE, eccoci qui.

La gente non ha creduto alle rassicurazioni del governo, e si è fatta prendere dal panico, con code “senza precedenti” e contingentamento delle scorte (molti benzinai non consentono di effettuare il pieno, e mettono un tetto di 15 o 30 sterline a persona). E così, pur se a denti stretti, Johnson ha dovuto fare un mezzo passo indietro, facendo tornare in fretta e furia i camionisti europei. Ma solo temporaneamente, si intende, e solo finché il Regno Unito ne avrà bisogno, poi -molto opportunisticamente- ognuno a casa sua; che poi, è la filosofia Brexit, no?