I parchi di Londra sommersi da quantità “mai viste” di immondizia

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AEMORGAN

Oltre 250 tonnellate, anzi per la precisione 258,4, come 20 Bus Double Decker. A tanto ammonta la quantità di immondizia che i cittadini si sono lasciati alle spalle nelle loro incursioni nei parchi reali di Londra durante il lockdown. Una montagna vergognosa di sporcizia che gli addetti -sconcertati- si sono trovati a dover ripulire a causa dell’inciviltà altrui.

C’erano posate usa e getta, lattine di birra, cartoni della pizza, bottiglie di vetro, mascherine per il viso, mobili da ufficio e perfino un albero di Natale, tra i cumuli di monnezza abbandonati negli otto parchi della città nel mese di giugno; un terzo in più del normale, rispetto all’anno precedente.

Lo staff di manutenzione dei parchi -gli stessi che si sono adoperati per far sì che la gente potesse svagarsi in sicurezza durante il lockdown- hanno definitivo “profondamente sconcertante” vedere tanto sporco ammonticchiato in ogni angolo di verde. Luoghi come Richmond Park, Hyde Park, Bushy Park, Greenwich Park e Kensington Gardens hanno vissuto incrementi compresi tra il 35% e il 50%, tali da rendere necessarie nuove assunzioni e l’installazione di altri 20.000 cestini portarifiuti sparsi tra gli oltre 265 acri di spazi verdi cittadini.

È andata un po’ meglio invece a St James’ Park, al Green Park e a Regent’s Park, ma solo per via del calo di turisti e impiegati. “Non si era mai visto nulla del genere” ha commentato con preoccupazione il direttore di Royal Parks Tom Jarvis, che ora si vede costretto a chiedere l’aiuto dei cittadini.

Oltre che antiestetica e anti-igienica, l’immondizia rappresenta infatti un grosso problema per gli animali che vivono lì. Nei giorni scorsi, un cervo a Richmond Park è stato trovato con una camera d’aria incastrata tra i palchi.

E c’è di peggio. “La plastica si frammenta un po’ alla volta” spiegano dal management di Kensington; “poi inizia a penetrare nel terreno, e infine nell’erba” che gli animali mangeranno. “È un lavoro terribilmente complicato quello di raccogliere ogni filamento di plastica, come se i dipendenti non avessero già abbastanza da fare che passare al setaccio pagliuzza per pagliuzza.”

“È bellissimo veder crescere il numero di persone che va al parco” gli fa eco Jarvis , ma la “contropartita è più immondizia. Temiamo che il peggio debba ancora venire, con la prossima ondata di caldo in arrivo.” La settimana prossima, infatti, è atteso un nuovo picco delle temperature, e con esso è probabile che aumenterà pure il numero delle presenze nei polmoni verdi della città.

Nessuno vieterà a nessuno di mettere piede nei parchi e di godersi il bel tempo. Ma l’immondizia, dopo una bella giornata all’aria aperta, si raccoglie e si riporta a casa. Per l’ambiente, per rispetto degli altri, e in ultima istanza per noi stessi.