Annullare la Brexit? Forse sì, ecco come il Regno Unito potrebbe tornare indietro

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AEMORGAN

Cancellare la Brexit a distanza di pochi anni dal divorzio con l’Unione Europea, rientrare nel mercato comune e adottare di nuovo le tre libertà fondamentali? A leggere i sondaggi, la maggioranza dei cittadini britannici sarebbe ben d’accordo, ma è davvero possibile? Per molti osservatori servirà almeno una generazione per fare marcia indietro, ma forse non sarà necessario attendere tanto.

Non useremo mezzi termini. Per come la vediamo noi, la Brexit è un sesquipedale errore anti-storico. Un’inutile perdita di tempo nei confronti di un processo d’integrazione che è inevitabile. Soprattutto in un contesto mondiale in cui le superpotenze giocano a chi ha l’arma nucleare più lunga.

E a distanza di sette anni dal referendum del 2016, e a tre dall’entrata in vigore della Brexit, il 60% circa dei sudditi di Sua Maestà ora voterebbe sì al Rejoin. E d’altronde come poteva non finire così. Tra le tante promesse disattese di Farage e compagnia, c’è infatti il controllo dell’immigrazione e il potenziamento dell’NHS. Allo stato attuale, l’immigrazione in UK rimane elevata, e entrano per lo più persone esterne al blocco UE. L’NHS invece è letteralmente in stato comatoso. Nel mentre, l’economia britannica ha registrato l’andamento peggiore del mondo sviluppato, perfino dietro all’Italia. Fate vobis.

A questo aggiungete che i giovani elettori dai 18 ai a 24 anni sono quelli più pro-UE di tutti, con il 79% a favore del ritorno nell’Unione. Dunque è plausibile che, negli anni a venire, il sentimento europeista diventi davvero incontenibile. Tradotto in soldoni: la politica non potrà più far finta di niente.

Tornare in UE?

Michel Barnier, uno dei personaggi chiave nella negoziazione della Brexit per conto della UE, ha twittato di recente che la Gran Bretagna può ricongiungersi all’UE “in qualsiasi momento”. E Guy Verhofstadt, che era a capo della commissione Brexit del Parlamento europeo, gli ha fatto eco, dicendo: “Ho un sogno. L’Ucraina e la Gran Bretagna aderiranno all’UE nei prossimi cinque anni”. Ma quanto è davvero fattibile?

Una risposta la dà Gideon Rachman, columnist del Financial Times in un bellissimo e lucido articolo. L’idea è semplice e ricalca un importante precedente storico:

“Al culmine del dibattito sulla Brexit in Gran Bretagna, le passioni sono talmente polarizzate che alcuni parlano di una ‘nuova guerra civile inglese’. Quel confronto mi intriga per un motivo specifico: la parte che ha vinto la guerra civile alla fine in realtà ha perso. Re Carlo I fu giustiziato nel 1649. Undici anni dopo, gli inglesi decisero di aver commesso un errore e ripristinarono la monarchia.”

Sulla scia di questa premessa, perché non riconoscere l’errore e non indire una serie di due nuovi referendum per chiedersi serenamente com’è andata? Una prima votazione potrebbe tenersi già nel 2026, a 10 anni esatti dal Leave del 2016. Dopodiché se ne potrebbe indire un secondo referendum sui termini dell’accordo di Rejoin.

I Possibili Problemi

Eliminato questo impasse, Lato UK abbiamo risolto il grosso. Ma lato UE, come stanno le cose? Molti paesi vedrebbero certamente con favore il ritorno del Regno Unito nell’Unione Europea. Ma altri -pensiamo alla Francia- avrebbero riserve. E poi, la UE pretenderà -giustamente- garanzie su eventuali, futuri scherzetti.

Infine, è probabile che tutti i trattamenti di favore che erano stati inizialmente accordati al Regno Unito non verranno rinnovati. Dite addio allo sconto di bilancio e alle eccezioni in materia di politica sociale. Il Paese si troverebbe a dover accettare il pacchetto completo: la libera circolazione delle persone, l’odiato passaporto marrone e molto probabilmente l’Euro. E questo sarà forse il boccone più amaro da mandar giù.

Le nuove generazioni tuttavia hanno altre priorità come l’ambiente, l’equità sociale, l’inclusività. In un mondo comprato e venduto a suon di Dollari e Yuan, è davvero rilevante tenere in piedi una valuta oramai malata e sempre meno influente?

Annullare la Brexit non sarà facile, soprattutto per l’amor proprio. Ma in qualche modo, il Paese dovrà trovare il coraggio di riconoscere l’errore. E se ci sono riusciti in 11 anni nel 1649, a maggior ragione possono farlo oggigiorno. E noi -questa è una promessa- saremo pronti ad accoglierli e a lasciarci dietro tutto.