Coronavirus a Londra: la mappa delle aree più e meno colpite della città

La fase di maggiore emergenza della diffusione del Coronavirus nel Regno Unito sembra ormai alle spalle, ma questo non significa che il virus non sia più pericoloso. Dall’inizio della pandemia, nella città di Londra sono morte oltre 6mila persone positive al test e il numero delle vittime sfortunatamente sembra essere destinato inesorabilmente a salire.

La velocità e le modalità di diffusione del COVID-19 nella metropoli è, però, interamente un’altra questione, in quanto i quartieri sono stati colpiti in modo differente. I dati pubblicati dal Public Health England ci mostrano per esempio che a Croydon ci sono stati 1500 casi confermati, mentre altre zone come Richmond upon Thames e Islington hanno subito meno di 500 occorrenze.

Guardare però i numeri assoluti non ha molto senso, perché come sa bene chi conosce in maniera anche minima Londra, i quartieri da cui è composta la città hanno le più varie dimensioni e concentrazioni abitative. In questo caso a far fede sarà la percentuale di contagio su una scala di 100mila residenti.

Qualche parola va spesa per illustrare la metodologia e i limiti di queste cifre. Vale la pena di notare che durante i primi mesi dell’emergenza i tamponi erano disponibili soltanto per coloro che mostravano sintomi gravi, quasi a un passo dalla certezza, mentre, in seguito, i test sono stati allargati a professioni specifiche, per poi essere estesi a tutta la popolazione circa un mese fa.

In ogni caso, tornando alla mappa creata in base alle stime pubblicata dal Public Health England, le cifre fornite sono tutte interessate dalle stesse limitazioni, per cui se è difficile definirle accurate non si può non considerarle relativamente utili per capire come si è mosso il virus attraverso la città, in base ai focolai che si sono venuti a creare.

In totale, secondo le statistiche estrapolate da studi specifici, le persone che hanno contratto il Coronavirus a Londra sono più di un milione e mezzo. Eppure fino a ora sono 27mila i residenti risultati positivi al test. La spiegazione – o almeno parte della spiegazione – è molto semplice: circa l’80% delle persone che contraggono il COVID-19 non manifestano sintomi particolarmente gravi e possono persino non accorgersi dell’avvenuto contagio. Pertanto queste persone non saranno mai sottoposte a test.

Coronavirus a Londra: le percentuali dei quartieri

Per esempio il quartiere nord-occidentale di Brent (e il confinante Harrow) hanno un tasso di contagio superiore a 400/100mila abitanti, rispettivamente di 450.7 e 417.8. I numeri di Brent sono i più alti di tutta Londra e i peggiori nell’intero Paese. Non è un caso che le vicine zone di Barnet, Ealing, Hammersmith and Fulham e Kensington abbiano percentuali superiori ai 300/100mila.

L’altro raggruppamento importante è quello meridionale, gravitante intorno a Croydon, Sutton, Bromley e Southwark: anche in questo caso le cifre delle percentuali si aggirano intorno ai 400. A “salvarsi”, invece, sembrerebbe essere stato il centro di Londra, con ogni probabilità molto meno trafficato, visto le condizioni di lockdown. Qui si riscontrano numeri stabili sui 200, nel caso di Islington anche inferiori. In fondo alla tabella possiamo allora scoprire che il tasso di contagio medio nell’intera Londra è di 306.8, per un numero certificato di 27,330 casi positivi.