#KnifeFree, la campagna contro i crimini con arma da taglio è “razzista”

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AEMORGAN

Nel tentativo di mettere un freno alla dilagante epidemia di crimini da arma da taglio che ha invaso il Regno Unito e in particolar modo la sua capitale, il Ministero degli Interni aveva varato una serie di provvedimenti ad hoc, tra cui una campagna di sensibilizzazione ribattezzata #KnifeFree e firmata dal London shop FCB Inferno che però è stata accusata di essere “razzista,” “offensiva”, “sommaria” e “fuori dal mondo” causando alla fine un vespaio di polemiche.

Tutto è iniziato con la distribuzione di oltre 300.000 porzioni di pollo fritto in uno speciale packaging dedicato al progetto, in oltre 200 punti vendita di Morley’s, Chicken Cottage e Dixy Chicken in Inghilterra e Galles; la scatola è costituita da uno sfondo completamente nero e due scritte in bianco: #Knifefree e Home Office.

All’interno di ogni confezione, si può leggere la storia di giovani uomini e donne la cui esistenza è stata profondamente segnata dai crimini da arma da taglio. In alcuni casi, si raccontano le confessioni di chi ha cambiato vita e di come questa scelta abbia migliorato le cose, in altre invece le testimonianze riguardano i parenti delle vittime.

La speranza era di trasmettere l’impatto positivo che l’abbandono delle armi ha avuto su tali persone, così da ispirare e dare coraggio ai soggetti più vulnerabili e a rischio criminalità. Ovviamente, oltre ai fast-food, sono stati previsti anche spot in tv, alla radio, su impianti esterni, sulle app, sui social network e sulle piattaforme musicali come Spotify, Dax, Deezer, Teads, Twitch e Venatus.

La faccenda del pollo, però, non è andata a genio poiché, a dire di alcuni osservatori compresa la BBC, si rifarebbe allo stereotipo statunitense che associa il consumo di pollo fritto ai giovani di colore e alle minoranze etniche provenienti dall’America Latina, Centrale e dalla zona caraibica. Un riferimento alla cosiddetta Soul Kitchen, dunque, ma in chiave razzista.

Piccata la risposta del Ministro Kit Malthouse, che ha dichiarato:

“Queste confezioni di pollo porteranno a casa di migliaia di giovani le tragiche conseguenze che derivano dal possesso di un coltello, e metteranno in discussione la loro convinzione che ciò rende più sicuri. […]

Il governo sta facendo tutto il possibile per aggredire l’insensata violenza che sta traumatizzando le comunità e mietendo fin troppe giovani vittime, senza contare il rafforzamento dei corpi di polizia con oltre 20.000 nuovi agenti sulle strade.”

Il CEO di Morley appoggia l’operato del governo, ma da più parti si alzano critiche che è difficile ignorare. Dopotutto, quale correlazione ci sarebbe tra pollo fritto e armi da taglio? Dove sono le statistiche su cui si è basato questo intervento? Il Ministero degli Interni spiega che l’impennata dei crimini si registra nelle grandi città, e che i principali responsabili sono i giovani; parliamo 169 omicidi o tentati omicidi legati ai coltelli ogni 100.000 persone.

Ma qualcosa non torna, visto che secondo la polizia, in Inghilterra e Galles, i crimini sono in aumento praticamente ovunque, e non solo a Londra e Manchester. Inoltre, nel 2019, solo 1 persona su 5 ammonita o condannata per aver portato un coltello era minorenne.

Insomma, il rischio qui è che si sia trattato solo di uno sperpero di risorse pubbliche che avrebbero potuto essere impiegate diversamente e più proficuamente. Magari dando una mano concreta ai segmenti di società più vulnerabili, creando servizi per i giovani, aiutando i ragazzi a sfuggire da povertà e criminalità. Dopotutto è da lì che partono i problemi del mondo, dalla sperequazione.