L’NHS lavora con Apple e Google per tracciare i contagi da Coronavirus

6617
AEMORGAN

Apple e Google lavorano ad una tecnologia di Tracciamento dei contatti (Contact Tracing) che permetterà di identificare le persone che sono venute a contatto coi contagiati, così da isolarle prima che possano infettare altri a loro volta. Si tratta di una grande opportunità dei nostri tempi resa possibile dalla pervasività dei sistemi di telecomunicazione; ma nasconde anche molte insidie, e qualcuno grida già al Grande Fratello.

Il Regno Unito è stato uno tra i paesi più celeri a confermare l’uso delle tecnologie di tracciamento degli utenti in ambito sanitario cui stanno lavorando Apple e Google. Grazie ad esse, verremo tempestivamente avvisati se siamo entrati in contatto con persone infette da Coronavirus.

Matt Hancock, Segretario di Stato per la salute e gli affari sociali del Regno Unito, ha affermato in conferenza stampa che l’NSH “lavora gomito a gomito con le società leader mondiali di tecnologia” su questa inziativa nella speranza di contrastare definitivamente l’epidemia di Coronavirus che funesta il mondo.

Contact Tracing: come Funziona?

Sfruttando il modulo Bluetooth presente in tutti gli smartphone del mondo, i sistemi operativi manderanno dei messaggi in codice ai dispositivi vicini, e registreranno la loro risposta. In teoria, Cupertino e Mountain View assicurano che questi dati non conterranno alcun tipo di informazione personale che possa essere usata per ricondurre alla propria identità; ciò dovrebbe garantire la privacy degli utenti.

Basterà installare l’app dell’NHS sul telefono, e dimenticarla; il monitoraggio avverrà in background e di continuo. Non appena un utente viene contrassegnato dal sistema come contagiato, tutta la rete di contatti avuti negli ultimi 14 giorni viene caricata in un database sicuro del sistema sanitario. Ciò consentirà di avvisare tali contatti del rischio. L’NHS lo spiega così:

“Se a un certo punto vi sentite poco bene, e avvertite i sintomi del Coronavirus, potete dichiararlo in tutta sicurezza con questa nuova app” ha spiegato Hancock.

“E l’app invierà un avviso anonimo agli altri utenti dell’app con cui siete entrati in contatto significativo negli ultimi giorni, anche se eravate asintomatici, così che possano prendere misure adeguate.

Tutti i dati saranno gestiti in accordo coi più alti standard etici e di sicurezza, e verranno impiegati esclusivamente per la ricerca e le cure erogate dall’NHS. Inoltre, non li terremo per più del necessario.”

Contact Tracing: È sicuro?

Sarà, ma intanto qualche dubbio è legittimo. Innanzitutto, in Corea e a Taiwan, dove è già in uso, questo sistema ha creato molta ansia, poiché non è super-preciso né una sentenza: passare vicino ad malato, non implica necessariamente un’infezione.

E poi, chi ci garantisce che ogni utente installerà volontariamente l’app di tracciamento, e che terrà sempre con sé lo smartphone? E chi tiene i dati? E cosa succede se il database viene violato, e qualcuno riesce a utilizzare in modo illegale il gigantesco quantitativo di informazioni che contiene? E questo è niente.

Jaap-Henk Hoepman, esperto di privacy e divulgatore di fama mondiale, ipotizza ulteriori scenari da raccapriccio. Una volta che il sistema sia stato rodato, come si fa a impedire che diventi sempre più pervasivo? E propone qualche esempio concreto:

  • La polizia potrebbe studiare i contatti avuti da una vittima di omicidio: basterebbe segnalare la vittima come “infettata.” A quel punto, anche chi si è seduto sul bus vicino alla vittima diventa automaticamente un indagato.
  • Lo stesso meccanismo potrebbe essere utilizzato per rintracciare i whistleblower o le fonti di un giornalista, con grave danno per la democrazia.
  • Si potrebbero installare beacon Bluetooth in aeroporti e centri commerciali per sapere con precisione chi ci è stato e quando, per scopi di marketing.
  • In congiunzione ad uno smart speaker Google Home, Google potrebbe incrociare i dati per sapere chi ha visitato fisicamente casa vostra.
  • Qualcuno potrebbe installarla in segreto sul vostro dispositivo, e sapere quanto vi spostate, chi vedete e così via.

In altre parole, le potenzialità di questa tecnologia sono enormi. Così come i rischi che porta in dote. “Se questa è la medicina,” ha chiosato Hoepman, “allora è peggio della malattia.”