Migranti, Londra porta i primi 50 irregolari sulla chiatta Bibby Stockholm

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AEMORGAN

La controversa chiatta Bibby Stockholm ha accolto i primi 50 migranti e richiedenti asilo considerati “illegali” dal governo di Rishi Sunak. Questa sistemazione, situata a Portland, nel Sud dell’Inghilterra, e dotata di 222 stanze con bagno privato destinate ad ospitare circa 500 migranti, sta suscitando crescenti critiche da parte di diverse associazioni ed esponenti politici. La barca è stata descritta come una sorta di “prigione galleggiante”, con spazi così angusti da essere paragonati allo “slot di un parcheggio”. Tuttavia, non tutti i porti e le autorità locali si sono mostrati disponibili ad accogliere battelli simili, con rifiuti provenienti da porti nei pressi di Liverpool ed Edimburgo. Si stima che questi in media ognuna di queste persone dovrà rimanere sulla piattaforma per un periodo compreso tra i tre e i sei mesi, durante il quale verranno processate le loro richieste di asilo.

Dal barcone alla chiatta

Mentre gli sbarchi illegali sulla Manica continuano, il governo britannico sta adottando nuove e discutibili strategie per affrontare l’afflusso di migranti. In risposta al crescente costo degli alloggi degli hotel, il governo sta considerando l’utilizzo di chiatte ed ex basi militari per ospitarli. Una decisione tuttavia che è al centro di un acceso dibattito.

I parlamentari dell’opposizione e gli attivisti per i diritti civili pongono l’attenzione sulla vera radice del problema: la carenza di opzioni legali per i migranti che cercano asilo. Insomma, l’assenza di vie legali e sicure per coloro che cercano protezione nel Paese. Una soluzione pragmatica, certamente imperfetta, ma che restituirebbe quanto meno il controllo della situazione. Il piano del governo, invece, è di utilizzare la chiatta Bibby Stockholm a Portland come una forma di alloggio temporaneo per queste persone. Sollevando inevitabili obiezioni da parte dei difensori dei diritti dei migranti, secondo cui il governo Tory sta semplicemente cercando di risparmiare soldi “parcheggiando” i migranti su una chiatta anziché affrontando il problema alla radice, e in modo umano.

Cos’è la Bibby Stockholm

La chiatta Bibby Stockholm, ricostruisce Il Post, ha una lunga storia nel fornire alloggio a migranti e richiedenti asilo in diversi paesi europei. Costruita nel 1976 e di proprietà della compagnia navale britannica Bibby Line, ha ospitato varie categorie di persone, inclusi senzatetto e lavoratori. Tuttavia, questa storia è spesso legata a scandali e proteste a causa delle condizioni degradanti riportate a bordo.

Con una lunghezza di 93 metri e un’altezza equivalente a un palazzo di tre piani, questa struttura rettangolare galleggiante batte bandiera delle Barbados. Non può muoversi autonomamente, ma deve essere trainata. Nel corso degli anni, la chiatta è servita sia a enti pubblici che privati, con cambiamenti nell’organizzazione degli spazi a seconda dell’utilizzo e dell’ente coinvolto.

Nel periodo compreso tra il 1994 e il 1998, è stata ormeggiata ad Amburgo, in Germania, offrendo 52 posti letto a senzatetto e richiedenti asilo. Successivamente, nel 2005, è stata trasferita nel porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dove ha ospitato migranti e richiedenti asilo il cui status era stato respinto. Tuttavia, riporta Il Post, rapporti e testimonianze hanno rivelato che le condizioni a bordo erano spesso disumane, causando proteste e scioperi della fame.

Infine, il processo di assunzione e formazione del personale di bordo è stato descritto come insufficiente e carente nel promuovere il rispetto dei diritti dei detenuti. Le testimonianze avrebbero evidenziato una mancanza di intervento nelle dispute tra i detenuti da parte del personale.

Il miraggio del controllo

L’immigrazione in Gran Bretagna è un tema di grande rilevanza, specialmente in vista delle prossime elezioni 2024. Gli sbarchi illegali nella Manica sono in aumento, con 45.755 casi nel 2022 e 12.722 fino al 9 luglio 2023. Un po’ come in Italia, nonostante i proclama dell’ex opposizione ora al governo. Insomma, con la Brexit, il Paese ha registrato l’ingresso di un numero record di 500.000 migranti, regolari inclusi, solo nell’ultimo anno. Una situazione che sta spingendo dunque il governo di Sunak a adottare posizioni sempre più rigide per ottenere il sostegno dell’opinione pubblica.

Ciononostante, la politica migratoria britannica finora è stata un flop. Le espulsioni in Ruanda si sono rivelate un fallimento, criticate non solo dall’ONU ma anche da diverse sentenze giudiziarie britanniche. Il governo sta considerando alternative, come l’Isola dell’Ascensione nell’Oceano Atlantico meridionale o paesi come Ghana, Nigeria, Namibia, Marocco e Niger, come possibili luoghi di espulsione. Soluzioni sempre più fantasiose che però si scontrano con la dura realtà:  una deportazione simile ammalia una certa fetta dell’elettorato ma, come sottolinea il deputato ultra-conservatore Jacob Rees-Mogg, avrebbe costi elevatissimi. Si parla di 1 milione di Sterline a migrante.

Image courtesy Wikipedia