Tra 30 anni Londra avrà il clima di Barcellona, ma c’è poco da esultare

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AEMORGAN

“Una delle città più belle che abbia mai visitato, tantissimi stimoli, storia e modernità, una metropoli proiettata verso il futuro. Ci vivrei, se non fosse così cara ma sopratutto se non ci fosse questo tempo”. Quante volte abbiamo ascoltato simili discorsi, ovviamente riferiti a Londra? Il clima della capitale britannica è senz’altro uno dei suoi punti deboli, ma qualcosa sta cambiando. Apparentemente in meglio, ma forse non è proprio così.

Le alte temperature delle estati più recenti, per quanto gradite da tutti coloro che si fiondano in un parco non appena compare uno scampolo di sole, ci ricordano infatti inesorabilmente che il cambiamento climatico è in atto. Secondo una nuova ricerca del Crowther Lab di Zurigo, nell’arco di 30 anni il clima di Londra sarà simile a quello attuale di Barcellona, ovvero tipicamente mediterraneo. Ottimo, risponderà qualcuno, ma bisogna anche provare a immaginare cosa potrebbe accadere alla città catalana.

Per quanto riguarda quella inglese, sappiamo che la temperatura annuale salirà a 21.2 gradi di media, mentre la temperatura massima nel mese più caldo dell’anno crescerà di 5.9 gradi. Rapportato all’ultimo luglio, ciò vorrebbe dire oltre 40 gradi.

Insomma, possiamo molto amenamente immaginare di goderci i raggi del sole su un rooftop bar, ma in concreto dobbiamo aspettarci momenti di siccità estrema come quelli visti proprio a Barcellona nel 2008, quando il governo spese milioni per importare acqua potabile, del tutto esaurita a causa dell’afa micidiale.

In tutto, oltre l’80% delle città in tutto il mondo, sostengono i ricercatori, andranno incontro a simili cambiamenti climatici. E se alcuni cambiamenti sono comparabili allo stato attuale di zone in relazione più calde, ci sono 104 centri urbani che secondo le previsioni affronteranno microclimi mai visti nella storia degli insediamenti umani.

Le parole del fondatore del gruppo di ricerca, Tom Crowther, sono assolutamente preoccupanti: “Non siamo in alcun modo preparati a questi drammatici mutamenti. Un piano per affrontare il cambiamento climatico dovrebbe essere messo in atto già ieri: prima si inizia e minore sarà l’impatto“.

È per questo motivo che movimenti come quello di Greta Thunberg e dell’Extinction Rebellion, oppure l’utopistico Green Deal proposto da Alexandria Ocasio-Cortez negli Stati Uniti risultano essere sempre più necessari. Potranno non essere accolti con favore, a volte saranno visti come velleitari e persino violenti, ma il disastro, lo dimostra la scienza, si avvicina al galoppo. E purtroppo non siamo pronti ad affrontare il colpo.