Atenei, opportunità e inclusività: Londra è la migliore città accademica del mondo!

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AEMORGAN

Attuata finalmente la Brexit, per il Regno Unito e Londra nei prossimi anni sono previsti grandi cambiamenti che coinvolgeranno ogni ambito. Tuttavia alcune cose, almeno per adesso, non sembrano essere destinate a mutare: per quel che concerne l’eccellenza in ambito accademico, Londra rimane ancora la città ideale in cui trasferirsi per studiare.

A sostenerlo è il report annuale QS Best Student Cities 2022, che incorona per il terzo anno consecutivo la capitale britannica. Subito dopo, con un balzo di due posizioni, troviamo Monaco, mentre ancora più felino e scattante è il salto di Seoul, che dal decimo posto si ritrova a stringere una medaglia di bronzo, insieme alla parimerito Tokyo, per un terzo gradino tutto asiatico.

Londra migliore città al mondo in cui studiare: i criteri della ricerca

Lo studio prende in esame 115 città sparse in tutto il mondo (con almeno 250mila abitanti) che abbiano minimo due università, in base a criteri che includono per l’appunto il numero di atenei, di studenti, le performance delle università, il numero di studenti internazionali e la proporzione sul totale, fattori come inclusività e tolleranza, l’attrattività della città (che include elementi come la sicurezza, le prospettive future, la stabilità economica, l’inquinamento e la corruzione), il costo della vita, la percentuale di assunzione dei neo-laureati e così via.

La conferma del primato conferito a Londra si può spiegare in base a questi fattori: la grande concentrazione di università titolate, le ottime opinioni che gli studenti hanno fornito delle suddette, le buone opportunità di carriera per i laureati e la grande apertura delle istituzioni in fatti di inclusività.

Ma l’edizione di quest’anno della ricerca ha evidenziato anche alcune novità, come l’arrivo di Boston nella top10, che spodesta Parigi all’undicesimo scalino; il dominio di Germania e Australia, uniche nazioni ad avere due città in top10; lo scarso appeal delle città statunitensi, forse a causa della gestione della pandemia o della presidenza Trump.

Studiare a Londra dopo la Brexit

Ben Sowter, a capo della ricerca ha spiegato che “le risposte degli studenti al nostro questionario hanno mostrato molto chiaramente che la città offre enormi opportunità dal punto di vista culturale, economico ed educativo. Tuttavia l’aumento esponenziale dei casi di Covid e gli effetti a lungo termine della Brexit potrebbero sconfessare questa posizione privilegiata”.

Mentre Londra – e tutta la Gran Bretagna, ovviamente – dovrà valutare come continuare a rendere appetibili le proprie università (ricordiamo che per gli studenti europei sono finiti i trattamenti di favore legati all’UE in merito alle rette), il presente accademico dell’Italia non è poi del tutto roseo: se Milano perde ben sei posizioni, classificandosi al 46esimo posto, Roma rimane ancora nella metà inferiore della top100, con un misero salto in avanti di una posizione, dal 70esimo posto dell’anno scorso al 69esimo di quest’anno.