Mostra The Clash a Londra: date e orari dell’esposizione al Museum of London

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AEMORGAN

Pochi gruppi musicali come i The Clash (forse solo i Sex Pistols) sono riusciti a definire un’immagine di Londra precisa e potente, nonché universalmente riconosciuta. Quindi non coglie di sorpresa nessuno la notizia di una mostra dedicata al gruppo fondato da Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Nick “Topper” Headon.

A ospitare quest’inedita esposizione è il Museum of London, la struttura che si prefigge come missione culturale quella di documentare la storia di Londra, dagli albori fino alla contemporaneità. Il museo, che sorge nei pressi del Barbican Centre e che si trova poco distante dalla Cattedrale di Saint Paul, è a ingresso gratuito, in quanto di natura pubblica.

La stessa mostra The Clash: London Calling, dunque, accoglierà liberamente tutti coloro che vorranno conoscere i retroscena e ammirare i memorabilia relativi a “the only band that matters” (l’unico gruppo che conti, com’è conosciuto il gruppo britannico), e in particolare al processo che ha portato alla creazione di un album seminale come London Calling.

Ma il doppio disco del 1979 non è soltanto un caposaldo della musica britannica (e non) che contiene canzoni ormai classiche come Train in Vain, Clampdown, Spanish Bombs, The Guns of Brixton, Koka Kola e Revolution Rock, e neanche il manifesto politico della band, ma è diventato anche un segno di riconoscimento per tutta Londra e un inno per i londinesi.

Per onorare i 40 anni dall’uscita del disco, dunque, il Museum of London mette in mostra oggetti personali, immagini, testi, ricordi e ogni tipo di materiale che possa rendere più comprensibile il contesto nel quale nacque un tale melange di stili musicali, rielaborati dal gruppo per affermare le proprie idee politiche e il proprio ideale di giustizia sociale. E contemporaneamente si comprenderà in che modo la capitale britannica ha influenzato l’ispirazione dei Clash.

Dal 15 novembre fino al 19 aprile del 2020, dunque, si potranno osservare oggetti come il Fender Precision Bass di Paul Simonon, fatto a pezzi durante un concerto a New York, o gli spartiti autografi di Mick Jones, oppure il quaderno nel quale Joe Strummer scriveva ai tempi tutte le sue idee musicali, macchina da scrivere compresa.

Non a caso la Sony Music ha pubblicato in questi giorni il cosiddetto London Calling Scrapbook, un quadernone di 120 pagine che accompagna l’album e che contiene i testi delle canzoni scritti a mano, note, fotografie e materiale inedito del periodo in cui venne composto l’album.

E poi alla mostra The Clash: London Calling si potranno osservare da vicino la chitarra di Mick Jones e quella di Joe Strummer, le bacchette della batteria di Topper Headon, varie fotografie di backstage dai videoclip girati all’epoca, fogli che attestano la cangiante scaletta dell’album, gli abiti di scena dei concerti dell’epoca, biglietti dei live e schizzi preliminare della copertina dell’album.

La mostra, come già detto, è a ingresso libero. Il museo rimane aperto tutti i giorni dalle 10 di mattina alle 6 di sera.