Portobello Road potrebbe sparire? La Brexit sta mettendo in pericolo il mercatino più famoso di Londra

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AEMORGAN

Tra le vittime di una Brexit fatta in fretta e furia potrebbe esserci anche Portobello Road. La nuova documentazione, i dazi e le complicate procedure burocratiche richieste alla frontiera stanno mettendo in ginocchio i piccoli commercianti del popolare mercatino delle pulci londinese. E lanciano l’allarme: “L’industria dell’antiquariato potrebbe essere decimata da tutto ciò.”

È -giustamente- una delle attrazioni più iconiche della City da decenni, ma ora Portobello Road rischia di tramutarsi nell’ombra di se stessa, o peggio di scomparire per sempre. Molte delle anticaglie, dei vestiti vintage, dei dischi e dei ninnoli che comparivano nei deliziosi negozietti e sui banconi all’aperto, infatti, provengono non soltanto dal Regno Unito, ma da molti paesi europei, soprattutto la Francia.

Le nuove regole sul trasporto merci che hanno già messo in crisi l’industria del pesce e dei crostacei del Regno Unito, tuttavia, stanno abbattendosi anche sui commercianti e i rivenditori di antiquariato. Tonnellate di scartoffie vengono richieste ogni giorno dagli addetti alla dogana, il che obbliga ad etichettare qualunque oggetto in transito, prima che possa entrare nel paese; ciò è necessario per calcolare le aliquote di importazione e l’imposta sul valore aggiunto, determinate sulla base di informazioni spesso neppure più reperibili (tipo l’anno di produzione di una vecchia teiera o di uno scialle). E nel caso di centinaia di oggetti più piccoli, come ceramica e cristalleria, catalogare tutto diventa semplicemente un compito improbo.

Per ogni tavolo shabby chic e per ogni specchio art déco provenienti da polverose soffitte francesi, sono richiesti ora bizantinismi burocratici, complesse bolle di trasporto e lunghe attese, per l’importazione a norma di legge.

“È una cosa davvero strana dover aver a che fare con un tale livello di restrizioni e difficoltà nella compilazione delle carte di import/export quando in realtà parliamo di riciclare roba che era coperta di polvere e che sedeva in una soffitta in attesa di essere gettata via,” ha dichiarato Rebecca Merrill, gestore del Sunless Antiques di St Leonards-on-Sea. “

“Prima andavamo in giro per la Francia con un furgone, comprando prodotti alle fiere di antiquariato da fornitori conosciuti, nei mercatini delle pulci e da altre risorse. Poi ci presentavamo al confine e tornavamo in Regno Unito senza alcuna frizione e senza costi aggiuntivi” ha affermato il partner di Rebecca, Adam Freeman.

“Il mercato dell’industria dell’antiquariato potrebbe essere decimato da tutto ciò. Le fiere dell’antichità del Regno Unito sono solitamente strapiene di prodotti e rivenditori europei, ma ora tutto ciò sarà impossibile. Londra e il Regno Unito come centro del commercio rischia di essere spazzata via. Molti amici rivenditori, che lavorano da decenni, dai rivenditori di antichità su larga scala fino ai più piccoli commercianti al dettaglio […] nei mercatini delle pulci UK, non hanno ancora trovato una soluzione. “

“È un campo minato” spiega uno dei rivenditori della fiera dell’antiquariato di Sunbury a Kempton Park, nel Surrey. “Non c’è alcuna certezza che la merce possa arrivare a destinazione” e a quale prezzo; e nessuno si salva, neppure i dealer continentali. E il danno non è da poco, visto che la fiera di Sunbury assieme a quella di Newark, nel Nottinghamshire, è tra le più grandi del Vecchio Continente con oltre 700 rivenditori.

La speranza era che, una volta superate le turbolenze iniziali della Brexit, “i rivenditori e gli spedizionieri da entrambe le parti del Canale avrebbero trovato la quadra” e che le cose sarebbero “tornate alla normalità,” ha chiosato Kathyrn Singer della British Antique Dealers’ Association. Ma il tempo passa e le speranze iniziano a vacillare. E così, quando le torme dei turisti torneranno a calcare il lastricato di Portobello Road, ad attenderli potrebbero trovare qualcosa di molto diverso da quel che conoscevamo e amavamo.