Musica, arte e tanto altro per rendere Londra più viva anche di notte: tutti i dettagli!

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AEMORGAN

Una delle grandi differenze tra la provincia e la grande città è sempre stata quella dell’offerta culturale disponibile, nonché della vivacità notturna dei centri urbani. In una metropoli, il tramonto non equivale affatto al rientro a casa perché i negozi spesso estendono il proprio orario di apertura, oppure in giro si possono trovare concerti e altre proposte artistiche.

Da sempre in prima linea in questo contesto, Londra sta provando ultimamente a radicalizzare questo concetto. Il sindaco Sadiq Khan ha, infatti, lanciato il progetto delle Night Time Enterprise Zone (NTEZ), ovvero luoghi della città, in particolar modo le “high street” – le arterie principali dello shopping, in cui ampliare le ore di apertura degli esercizi, e di conseguenza dei servizi ai cittadini, per valutare e capire come rendere ancora più notturna la capitale.

La London Night Time Commission che si occupa della proposta ritiene che rendere più vivibili queste zone dopo le 6 di sera, avrà un effetto benefico su Londra, dando una scossa alle attività locali, aiutando tutti coloro che lavorano di notte e alleggerendo al contempo la pressione sulle infrastrutture.

Al momento sono state stanziate 75mila sterline per un progetto pilota, al quale dovrà collaborare un quartiere partner con un concept culturale e artistico ben delineato e che includa tutta una serie di attività invitanti per la cittadinanza. La riuscita o meno di questo test potrebbe influire con decisione sulle future decisioni a riguardo.

Khan è infatti convinto che le strade principali dello shopping siano luoghi che creano lavoro, in grado di incentivare i trasporti, nonché centri di scambio sociale e culturale. Tuttavia il 2018 ha visto una netta diminuzione dei negozi in questo tipo di vie, ed è per questo che il primo cittadino vuole correre ai ripari.

L’altro fattore da tenere in considerazione è che due terzi dei londinesi è regolarmente attivo di notte, mentre molti negozi e servizi sono chiusi o inaccessibili durante questo arco della giornata. Il cambiamento di stile di vita non è ancora supportato pienamente, e richiede un’organizzazione economica e infrastrutturale che preveda l’apertura 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana.

Si tratta poi di un circolo virtuoso: attualmente, un terzo della forza lavoro di Londra è occupata abitualmente di notte, eppure le condizioni contrattuali per le ore notturne non sono le stesse di quelle diurne (spesso al di sotto del salario minimo previsto per legge). Solo agevolando il lavoro notturno con iniziative simili, quindi, si possono convincere grandi aziende e business locali a equilibrare la remunerazione degli impiegati.

Insomma, se il progetto dovesse davvero andare in porto con successo Londra potrebbe diventare una città che non dorme mai!