60 aziende britanniche partiranno con la settimana lavorativa da 4 giorni: tutti i dettagli!

6019
AEMORGAN

Settimana lavorativa da 4 giorni in UK: il rivoluzionario progetto

È ormai da molto tempo che il dibattito pubblico internazionale è popolato da discussioni riguardanti il carico del lavoro nella quotidianità delle persone, con la comprensibile richiesta di un alleggerimento. “Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti” sembra essere ormai uno slogan ampiamente condiviso, anche perché l’idea alla base del ragionamento pare tutt’altro che peregrina.

L’argomento principale a favore della settimana lavorativa da 4 giorni è questo: davanti alla prospettiva di meno giorni di lavoro aumenterebbe il tasso di produttività e soprattutto il benessere dei lavoratori. Molti studi hanno mostrato infatti in passato che sia la produttività che i profitti possono crescere davvero quando si ha più tempo libero a disposizione. Meno stress uguale più felicità nello spazio di lavoro, come sa chiunque stia lavorando con in mente le vacanze di Pasqua (o altre ancora). E qualcosa si sta muovendo anche in Gran Bretagna.

4 Day Week: l’iniziativa che coinvolgerà 3mila lavoratori e 60 aziende

Lo scorso gennaio la campagna ufficiale “4 Day Week” ha annunciato di essere alla ricerca di quante più aziende possibili da coinvolgere per un progetto pilota della durata di 6 mesi. Un’iniziativa che avrebbe visto anche il coinvolgimento delle università di Oxford e Cambridge, le quali avrebbero fornito uno studio attento dei livelli di soddisfazione e benessere dei lavoratori, incrociati con la loro produttività, a fronte di un giorno in meno di lavoro nell’arco di una settimana retribuita normalmente.

Tra i vantaggi citati dai promotori, oltre i classici discorsi su performance e profitti, ci sarebbe la maggiore emergenza del talento dei lavoratori – costretti a compiti meno asfissianti, un minor tasso di disoccupazione, un incentivo al turismo locale (dato il maggior tempo libero), minore incidenza di disagi di natura psichica e comunità più solide, avendo più tempo a disposizione.

La scadenza per la sottoscrizione del progetto da parte delle aziende era stata fissata allo scorso giovedì. Ora è dunque ufficiale che il test coinvolgerà più di 3mila lavoratori afferenti a circa 60 compagnie sparse per tutta la Gran Bretagna e delle tipologie più varie: dai birrifici ai negozi di fish and chips, passando per la Royal Society of Biology o la filiale britannica della Canon, per citarne alcune. Un numero piuttosto grande di persone che avrà il privilegio di lavorare meno rispetto ai propri colleghi, ma che soprattutto costituirà un buon campione di ricerca.

Il progetto inizierà a giugno e potrebbe trattarsi del può grande esperimento del genere mai tentato. La posta in gioco è in effetti alta, dato che, a parte confermare i precedenti studi relativi ai benefici per lavoratori e aziende, potrebbe portare persino a un ripensamento della scansione temporale settimanale del cittadino medio, con ricadute anche sull’ambiente (meno spostamenti) e sulla parità di genere (maggiore flessibilità all’interno delle coppie di conviventi e non).