UK, in arrivo il visto digitale anche per i turisti

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AEMORGAN

Priti Patel, la segretaria di Stato per gli affari interni UK, ha annunciato una proposta per introdurre un sistema di visti digitali che servirà a conoscere con esattezza il numero di persone che entrano ed escono dal paese. Il visto elettronico in stile statunitense costituirà un’autorizzazione preventiva al viaggio, e determinerà in anticipo il diritto (o meno) di entrata.

In futuro, tutti i viaggiatori con destinazione finale UK che risulteranno sprovvisti di permesso di lavoro o di residenza potrebbero essere obbligati a richiedere un’autorizzazione elettronica, chiamata ETA. Tale documento consentirà di conoscere a priori il proprio stato di idoneità per l’accesso nel paese, prima ancora di mettersi in viaggio. Secondo le stime del Home Office, saranno richieste non meno di 30 milioni di ETA ogni anno.

La “digitalizzazione del confine” permetterebbe di raggiungere così l’agognato controllo totale delle frontiere che è alla base dello psicodramma Brexit. Il piano verrà annunciato in questi giorni, e costituisce solo la tessera di un mosaico più grande di revisione dei meccanismi di asilo politico e immigrazione che, a sua volta, nasce da una recente epifania governativa: le stime originali sui flussi di immigrazione erano completamente errate.

Si pensava infatti che gli europei che vivono in UK e che avrebbero sottoscritto il settlement scheme fossero 3 milioni; e invece, il mese scorso abbiamo raggiunto i 5,4 milioni di domande di settled status, concesso a oltre 4,9 milioni di persone. “I nostri confini completamente digitali” ha affermato la segretaria agli Interni, “forniranno la capacità di contare le persone in entrata e in uscita dal paese, dandoci il controllo di chi arriva in UK.”

La speranza dichiarata di Patel -criticata aspramente da più parti- è di mettere un filtro permanente agli oltre 144 milioni di passeggeri che arrivano ogni anno nel paese (dati del 2019), 40 milioni dei quali cittadini UE. E questo è niente: vorrebbe arrivare addirittura a deportare i richiedenti asilo verso altri paesi europei; una posizione considerata -e citiamo il Guardian- “incoerente e disumana”, in odore di illegalità e bocciata da diverse organizzazioni tra cui le Nazioni Unite.

Senza contare che i paesi del Blocco hanno già ampiamente chiarito di non avere la minima intenzione di firmare un accorto bilaterale che faciliti la deportazione di rifugiati dal Regno Unito.

D’altro canto, i piani del governo britannico in materia sono chiari: si semplificano le procedure per le persone altamente specializzate e dagli stipendi dorati; si rende la vita un inferno per tutti gli altri che, semmai, vengono convocati secondo necessità e poi rispediti a casa propria. Il tutto mentre il paese si chiude a riccio, ostentando ostilità perfino verso gli studenti UE.

Se tutto va come sperato (dal governo), il nuovo sistema dei visti digitali entrerà in vigore dalla fine del 2025.