Retromarcia Brexit: Londra riapre ai lavoratori stranieri causa carenza di personale!

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AEMORGAN

Lavorare in UK: riviste le restrizioni sui lavoratori non specializzati

A quanto pare siamo davanti al primo vero dietrofront del governo britannico dopo le prime restrizioni sull’immigrazione decise a seguito della Brexit. È da tempo infatti che gli economisti – ma anche le persone comuni – notavano la crescita del tasso di disoccupazione e la contemporanea difficoltà di trovare personale in determinati settori.

Ora, ovvero alla vigilia di Natale, Boris Johnson ha deciso di porre rimedio a questa situazione aprendo le frontiere ad alcune migliaia di lavoratori specializzati in due campi cruciali, ovvero agricoltura e sanità.

Come si può facilmente immaginare, la carenza di personale in questi mesi ha provocato una flessione dei consumi agroalimentari e una decisa pressione sugli operatori sanitari, che si sono visti costretti a raddoppiare o triplicare i turni consueti per sopperire al deficit.

Lavorare in UK: nuovi visti per stagionali agricoli e lavoratori sanitari

I coltivatori dunque potranno reclutare lavoratori stranieri tramite un visto speciale, sin dai primi mesi del 2022, per almeno tre anni; una decisione che va contro la riluttanza espressa dall’Home Office riguarda alle eccezioni sulle misure migratorie riguardanti lavoratori non qualificati.

I dati ufficiali diffusi parlano di 30mila lavoratori stranieri che potranno entrare in UK per un massimo di 6 mesi, ma con la possibilità di arrivare anche a 40mila se verrà ritenuto necessario. Si è poi parlato di estendere per altri due anni il seasonal agricultural workers scheme, il visto stagionale per i lavoratori agricoli, ma con un numero ridotto a partire dal 2023, in quanto l’intento è quello di servirsi di forza lavoro interna, privilegiando un’economia altamente specializzata che garantisca però anche paghe più alte.

Veniamo ora ai lavoratori sanitari. Il Department of Health ha annunciato che per almeno un anno gli stranieri potranno usufruire dell’health and care visa per entrare nel Paese. È da sottolineare che il sistema dell’assistenza sociale per adulti era già in crisi prima ancora dello scatenarsi della pandemia e le regole imposte dalla Brexit parrebbero semplicemente aver aggravato il quadro.

Un altro fattore chiave, tuttavia, sono gli stipendi relativamente bassi che vigono nel settore. A questo proposito si rileva che negli ultimi mesi sono stati 42mila gli operatori sociali che hanno lasciato il proprio posto. Il governo in ogni caso ha voluto chiarire che questa particolare eccezione sarà rivista una volta che la pressione provocata dal Covid calerà a livelli accettabili.

Alcuni politici più critici hanno sottolineato come la durata prevista del visto, solo un anno, potrebbe essere un deterrente in termini di attrazione dei lavoratori. Anche perché dal 1 aprile sarà imposto l’obbligo vaccinale ai lavoratori sanitari, dunque si prevedono nuove defezioni e una nuova lotteria dei turni